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Ibra rivela chi l'ha cercato: io ancora più forte del 95% dei bomber in giro

L'ex bomber svedese critica i top player che hanno scelto l'Arabia Saudita e torna sul rapporto controverso con Pep Guardiola ai tempi del Barcellona

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Zlatan Ibrahimovic si racconta a 360 grandi nell’intervista a ‘Piers Morgan Uncensored’: dall’Arabia Saudita al ritiro, fino alla passione per la recitazione e un gustoso retroscena sul suo rapporto controverso con Pep Guardiola. Poi una convinzione: “Sono migliore del 95% degli attaccanti attualmente in circolazione”.

Ibrahimovic e il ritiro: ecco perché ha appeso le scarpette al chiodo

A un certo bisogno avere il coraggio di dire basta. “Sì, perché non mi sentivo più bene – ha confessato l’ex attaccante del Milan -. Avrei potuto continuare e soffrire ancora fisicamente, ma io volevo sentirmi bene. E non zoppicare al termine della mia carriera. Tre mesi fa ho scelto di fermarmi e l’ho fatto nel momento giusto. Il campo e il pubblico non mi mancano: ho giocato per 20-25 anni davanti a novantamila persone e ho fatto di tutto. Il mio futuro? Faccio più cose ora che quando giocavo. Mi incuriosce la recitazione, non sono timido”.

L’Ibra-pensiero sugli attaccanti in circolazione, Haaland e Mbappé

Ibrahimovic parte da una certezza: “Quando vedo gli attaccanti che ci sono oggi penso che potrei ancora giocare e fare molto meglio di loro. Sono più forte del 95% degli attaccanti attuali”. Insomma, il gigante svedese non si smentisce mai. Di Haaland dice che “gioca in un modo molto intelligente, ha il killer instict e non è mai sazio”. Di Mbappé, invece, che è “più completo di Haaland” e che “può fare cose inaspettate. Ma deve solo concentrarsi sul calcio”. Nessun dubbio sul più forte in assoluto: “Ronaldo il Fenomeno”.

L’Arabia Saudita, la Cina e i top player che si trasferiscono lì

Lo svedese ha le idee chiare in merito ai top player che hanno scelto di trasferirsi in Arabia Saudita: “Un calciatore già ricco decide di giocare lì per un ingaggio monstre: ma questo ti cambia la vita? Morirai senza aver speso tutti quei soldi – afferma il 42enne di Malmö -. Ho ricevuto offerte dalla Cina e anche dall’Arabia, ma credo che alcuni giocatori debbano chiudere la carriera ad alti livelli ed essere ricordati per il proprio talento e non quanto hanno incassato. Dalla Cina mi sono stati proposti 100 milioni prima che volassi in Mls: ho detto no”.

Gli screzi con Guardiola e il retroscena della Ferrari

Torna sul feeling mai scoccato con Guardiola, Ibra. “Come allenatore è fantastico, ma io dovevo avere a che fare con la persona – racconta, ricordando l’esperienza col Barcellona -. Al primo incontro mi disse di non arrivare in Ferrari o in Porsche, gli chiesi il motivo e avemmo un dialogo amichevole.

Gli dissi che avrei voluto più spazio e il suo modo di giocare non era adatto al mio stile di gioco. Mi lasciò in panchina per tre partite di fila: si era offeso. Alla quarta panchina presi la mia Ferrari e la parcheggiai davanti al suo ufficio. Da quel momento iniziò a evitarmi”.

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