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Il dramma di Dino Meneghin: "Due miei amici sono morti"

Le commoventi parole di Dino Meneghin, leggenda del basket italiano, sull'emergenza coronavirus.

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Il dramma di Dino Meneghin: "Due miei amici sono morti" Fonte: 123RF

“Ogni giorno è una tragedia. Centinaia di persone muoiono, molte si infettano e non vediamo davvero la fine”. Sono parole forti quelle di Dino Meneghin, leggenda della pallacanestro italiana, che ai cronisti israeliani di ‘Walla Sports’ ha raccontato preoccupazioni, ansie e drammi legati alla pandemia di Covid-19.

“Siamo molto tristi – ha spiegato Meneghin, 70anni compiuti lo scorso gennaio -. Grazie al cielo la mia famiglia sta bene, ma ho perso due amici nell’epidemia, uno nella zona di Venezia e l’altro a Bergamo. Non potremo neanche partecipare ai funerali”.

Dal punto di vista prettamente legato allo sport tiene banco la questione legata alla ripresa di campionati e coppe, nel basket così come nel calcio, ma Meneghin è laconico su questo tema: “La salute è più importante del basket: quella degli atleti, quella delle squadre, quella dei tifosi“.

Le conseguenze della diffusione del coronavirus hanno colpito anche il basket americano: Karl-Anthony Towns, cestista NBA in forza ai Minnesota Timberwolves, ha rivelato che sua madre, la signora Jacqueline Cruz, è in coma indotto a causa del Covid-19. Il 24enne ha rivelato che entrambi i genitori sono risultati positivi al nuovo coronavirus ma solo le condizioni del padre sono migliorate a tal punto da permettere a quest’ultimo di lasciare l’ospedale.

Le misure restrittive, negli ultimi giorni, sono state introdotte anche in Russia, dove gioca il cestista azzurro Daniel Hackett: “Il virus in Russia è arrivato più tardi, sembra ci siano ancora pochi casi, ma qui l’informazione è abbastanza vaga – ha detto il giocatore del Cska Mosca a ‘Gazzetta dello Sport’, ‘Resto del carlino’ e ‘Corriere Adriatico’ -. Prendiamo le giuste precauzioni, come mascherina e guanti”.

Hackett si è detto anche preoccupato per la sua famiglia: la moglie Elisa, infatti, è in attesa di un bambino: “L’idea per ora è di restare a Mosca. Il fratellino di Victoria (l’altra figlia di Hackett, ndr) nascerà a fine giugno, ci siamo informati con l’ambasciata russa per tornare a Pesaro attorno alla metà di maggio, quando Elisa entrerà nell’ottavo mese”.

Come per Meneghin, anche per Hackett la ripresa dei campionati non rappresenta una priorità, almeno al momento: “E’ un discorso ampio, ci sono in ballo tante questioni anche a livello economico per le società e non sta a me dare un’opinione. Ho pochissima fiducia al riguardo, a breve termine non ripartirà nulla. Il fatto che l’Olimpiade sia stata spostata dà qualche speranza per maggio e giugno”.

SPORTAL.IT

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