Gianluca Vialli si racconta e inevitabilmente oltre i successi di una vita, le vittorie da calciatore c’è anche un riferimento alla malattia. Vialli ne ha parlato nella nuova serie Netflix di Alessandro Cattelan (“Una semplice domanda”) e il settimanale “Oggi” ha poi pubblicato qualche estratto.
Gianluca Vialli e la paura
Il capo delegazione della Nazionale italiana ha parto aprendo il cuore delle sue emozioni e delle sue paure legate alla lotta a quel brutto male con cui combatte ormai da diverso tempo. L’ex centravanti, senza remore, ha spiegato: “Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire”.
Gianluca Vialli e il concetto della morte
Gianluca Vialli poi continua e parla senza troppi filtri della fine della vita e della morte. “Mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato”. Nonostante questo, nonostante l’amara consapevolezza e la malattia Vialli cerca di vedere il lato positivo: “la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh…”
Gianluca Vialli e la lotta al cancro
Dal 2017, l’ex calciatore cremonese lotta con un tumore al pancreas. Negli ultimi anni la malattia sembra sia regredita e Vialli è “tornato in campo” con il ruolo di Capo delegazione della Nazionale Azzurra. Impossibile non ricordare il suo abbraccio all’amico di mille battaglie, Roberto Mancini, nella notte dell’Europeo di Wembley.