Lorenzo Insigne ha fatto mea culpa raccontando un segreto della sua infanzia: “Prima di cominciare questa storia devo chiedere perdono a Dio. Per Dio, intendo ‘D10S’, Diego Armando Maradona. E voglio chiedere perdono anche a mio padre”.
Il segreto, svelato dell’attaccante partenopeo tramite ‘The Player’s Tribune’, riguarda il suo rifiuto ad acquistare le scarpette di Maradona, che da bambino riteneva meno forte del suo idolo dell’epoca, Ronaldo: “Aveva appena giocato il Mondiale del 1998 e volevo le sue scarpette, non parlavo d’altro. Mio padre invece voleva prendermi quelle di Maradona”.
“Ma io non lo avevo visto giocare – ha proseguito Insigne -, ero troppo piccolo e gli rispondevo: No papà, non hai capito. Ronaldo è il migliore. Mi dispiace papà! Mi dispiace Diego!”.
Poi con gli anni Insigne si è preso il Napoli e, diventato adulto, ha radicalmente cambiato idea: “Qui ha giocato il più grande giocatore della storia. Qui è dove ha giocato Maradona. Con tutto il dovuto rispetto, caro Ronaldo, adesso che sono più grande e che conosco la mia storia, devo pentirmi e devo dire che Maradona è il più grande giocatore che sia mai esistito”.
Insigne ha tra l’altro raccontato le sue difficoltà a diventare un calciatore professionista: “Tutti mi dicevano che ero troppo basso per poter giocare. E venivo da una realtà complicata, la mia famiglia ha origini molto umili e Frattamaggiore, il piccolo comune nel quale sono cresciuto, era un posto con tanti problemi. Non c’era lavoro, non c’era niente, mancavano i soldi per tirare avanti. Ogni volta che indosso la maglia del Napoli al San Paolo mi viene la pelle d’oca. Perché so cosa significa per la mia famiglia, e ripenso a tutto quello che ha sacrificato mio padre negli anni per tirare avanti e per permettermi di coltivare questa passione”.
Poi il sì del Napoli, una carriera nel calcio che conta iniziata con la maglia del cuore, tanta gavetta e finalmente un posto da titolare in azzurro. Con un idolo che nel frattempo è cambiato: “Ronaldo, eri il Fenomeno. Eri la mia ispirazione. Ma io sono napoletano, qui c’è un solo re. E il suo nome è Diego Armando Maradona”.
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