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Jannik Sinner, perché Sesto Pusteria non ha festeggiato la vittoria degli Australian Open 2024: la tragedia della famiglia Tschurtschenthaler

Il paese di origine di Sinner e dove vive la sua famiglia, è stato colpito da un dramma terribile e crudele che ha costretto al lutto cittadino

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Quando era quel bambino con i capelli lunghi, che osserviamo giocare i suoi primi colpi su un campo di tennis in una foto divenuta ormai nota, è stato chiesto alla sua famiglia di permettergli di studiare, applicarsi e realizzare un sogno alimentato da un talento raro, straordinario e, forse, già unico.

Jannik Sinner aveva già i tratti e il temperamento del campione che avrebbe manifestato quelle qualità davvero esemplari, a livello sportivo, in questo gennaio agli Australian Open. A Fiumicino è arrivato abbracciando la Coppa. Ha incontrato la premier Giorgia Meloni, poi sarà la volta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A Sesto, la festa arriverà, ma non certo oggi in segno di rispetto per il grave lutto che ha toccato la comunità.

Jannik Sinner in Italia: l’incontro con Meloni

Jannik Sinner è il nostro orgoglio, lo era e lo sarà sempre soprattutto per la sua famiglia. Per i suoi genitori Hanspeter e Siglinde che gestiscono un rifugio tra le loro montagne, in Val Pusteria: a Sesto la loro è una famiglia nota, ed è qui che torna e si rifugia Jan (così lo chiamano) quando vuole ritrovarsi. Suo fratello Mark, arrivato a nove mesi dalla Russia, qui continua a vivere e svolge un lavoro molto impegnativo, di estrema rilevanza per la comunità ma lontano dai riflettori che i successi del fratello minore gli hanno donato. Martedì è sbarcato a Roma-Fiumicino, ha visto e posato con la premier Giorgia Meloni, mercoledì l’incontro con il presidente Mattarella.

Siamo a Sesto, in Val Pusteria dicevamo dove mamma e papà gestivano un rifugio. I genitori di Sinner, com’è noto, lo hanno cresciuto qui e qui hanno concentrato le loro attività nelle quali lavorano ancora oggi, pur consapevoli che la pressione dei media che stanno subendo – complice la vittoria agli AO 2024 – avviene in seno a una comunità estremamente coesa, di lavoratori, che ha esibito l’affetto e la stima nei riguardi di questo tennista che ha avuto lo slancio e la chiave giusta nell’ultimo 2023 per centrare successi personali e trascinare l’Italia in Coppa Davis, dopo l’exploit alle Atp Finals dove lo ha sostenuto anche il papà.

La dedica alla famiglia

A Melbourne non erano presenti, ma Jan li ha portati lì in mezzo al campo con l’affetto e l’amore che ha deciso di condividere con il suo pubblico. In quelle ore di gioia, ha saputo impartire una grande lezione di sacrificio, gioia e divertimento e anche di estrema generosità dei suoi che hanno preso una decisione complicata, quando Sinner era poco più che un ragazzino e aveva deciso, dopo sci e calcio, che la racchetta era al centro dei suoi progetti.

Nel suo paese di origine, però, non ci sono stati gli attesi festeggiamenti e a breve non sono previsti.

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La gioia per Jan si mescola al dolore e viene sopraffatto dal dramma che attraversa questo piccolo centro. Non è tempo per questa comunità, provata privatamente e pubblicamente da un tremendo lutto: al funerale di Monika Tschurtschenthaler e dei suoi due bambini, morti in un terribile schianto stradale in Austria, erano presenti tutti in segno di affetto nei confronti di questa famiglia.

Il grave lutto di Sesto

Tutto il paese, col sindaco Thomas Summerer in prima fila, è partecipe del dolore della famiglia Tschurtschenthaler che ha dato l’estremo saluto a Monika e ai suoi due figli Matthäus (7 anni) e Kassian (10), morti lunedì scorso in un drammatico incidente stradale in Austria nel Tirolo orientale, in un gelido pomeriggio di gennaio.

Il lutto cittadino è stato ed è il giusto tributo a questi concittadini che hanno perso gli affetti più cari in un sinistro che non ha lasciato scampo a Monica e a due dei suoi figli. Una perdita che ci spiega il sindaco Summerer raggiunto telefonicamente “colpisce tutta la nostra piccola comunità. Ci conosciamo, non potevamo che testimoniare il nostro rispetto così – ci spiega il sindaco, raggiunto telefonicamente – , nei riguardi della famiglia così profondamente segnata da questa tragedia”.

La festa per Sinner

La cerimonia funebre, preceduta dalla recita del rosario, è stata officiata dal vescovo della diocesi di Bolzano-Bressanone, monsignor Ivo Muser. Sono tante le persone che dalle foto hanno deciso di condividere e partecipare al dolore dei parenti. Alla fine è riuscito a esternare quei frammenti di verità sulla vita di Monika e dei suoi bimbi, Christian Tschurtschenthaler, marito di Monika e padre di Matthäus e Kassian, rimasto solo col figlio più grande: “Sento il vostro dolore, la presenza e l’amicizia, ma soprattutto la vicinanza nel periodo più oscuro della mia vita. La vostra forza mi aiuterà a iniziare una nuova vita”.

Il lutto è ancora molto sentito, anche nella voce del primo cittadino di questo splendido paese così provato e diviso, tra la tragedia per questa famiglia e le aspettative che la vittoria del loro Jan porta. “Quando ci saranno le condizioni festeggeremo, siamo in contatto con la famiglia e con il suo manager ma dovremo organizzare incastrando gli impegni in agenda e alla giusta distanza”, ci ha spiegato il sindaco Summerer, testimone di quel che Monika e i suoi ragazzi sono riusciti a smuovere in questa piccola, ma unita, comunità.

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