Un match incredibile e, per certi versi, surreale. Il Porto va ai quarti di Champions. E lo fa, per lunghi tratti della gara, in inferiorità numerica. Ci pensa Sergio Oliveira che – prima di rigore e poi di punizione – porta all’inferno una Juve incapace di chiudere il match. Assente non giustificato: Cristiano Ronaldo. Impalpabile. Nota positiva: Chiesa. Un vero e proprio atto di Fede.
Pirlo sceglie Morata al fianco di Cristiano Ronaldo, con Rabiot ed Arthur in mezzo. Panchina per McKennie, Ramsey sulla fascia alla pari di Chiesa. In porta c’è Szczesny, difeso da Cuadrado, Demiral, Bonucci ed Alex Sandro. Panchina per i recuperati Chiellini e De Ligt. Conceiçao punta su Marega e Taremi in attacco. Centrocampo a quattro in cui Corona e Otavio sono gli esterni, mentre in mezzo spazio per Oliveira e Uribe. Tra i pali c’è Marchesin, la retroguardia è composta da Manafà, Mbemba, Pepe e Zaidu.
Nel primo tempo, sostanzialmente, la Juve fa tutto ciò che serve per infilarsi nei guai. Da un possesso sterile e senza sbocchi, alla traversa all’alba del mach colpita da Taremi con una zuccata, passando per un errore colossale di Demiral in area di rigore. Dal dischetto, chirurgicamente, Sergio Oliveira non sbaglia. Mentre sbaglia, eccome, la Signora. Capace di farsi vedere dalle parti di Marchesin unicamente con Morata. Un po’ troppo – collettivamente – per poter pensare di fare la voce grossa contro un avversario guidato da un vecchio squalo passato dal calcio italiano: linee strette, raddoppi sistematici. Insomma, nulla da salvare per Madama.
Avvio veemente della Juve, che con Chiesa trova la rete del pareggio. E, successivamente, la partita cambia per un episodio. Taremi, già ammonito, si aggiudica anticipatamente la doccia per un’ingenuità colossale. Musica le orecchie dei padroni di casa che, con il solito Chiesa, la ribaltano. Spalleggiati, giustappunto, dal DNA famelico dell’ex Fiorentina. E’ pressing totale zebrato, con il Porto concentrato unicamente sulla difensiva E Cuadrado, per poco, non la chiude nei tempi regolamentari. Traversa.
Ai supplementari succede di tutto. Con la Juve più di cuore anziché di idee, ma con una punizione – realizzata da Sergio Oliveira – a spostare la qualificazione verso Oporto. Lì, dunque, non basta nemmeno più la zuccata vincente pochi minuti dopo di Rabiot. E’ il Porto ad accedere ai quarti.
IL TABELLINO E LE PAGELLE
JUVENTUS-PORTO 3-2 dts
MARCATORI: 19’ rig. Sergio Oliveira, 49’, 63’ Chiesa, 115’ Oliveira, 117’ Rabiot
JUVENTUS (4-4-2): Szczesny 5; Cuadrado 6, Demiral 5, Bonucci 6.5 (74’ De Ligt 6), Alex Sandro 5.5; Chiesa 8 (102’ Bernardeschi 5.5), Arthur 7 (102’ Kulusevski 5.5), Rabiot 7, Ramsey 5 (74’ McKennie 5.5); Ronaldo 4, Morata 5. Allenatore: Pirlo
PORTO (4-4-2): Marchesin 6.5; Manafà 5.5, Mbemba 6, Pepe 7.5, Zaidu 6.5 (70’ Luis Diaz 6); Corona 6 (118’ Diego Leite s.v.), Oliveira 8 (118’ Ndiaye s.v.), Uribe 6.5 (90’ Grujic 6), Otavio 6.5 (61’ Sarr 6); Marega 6.5 (106’ Martinez 6), Taremi 4.5. Allenatore: Conceição
Arbitro: Kuipers
Ammoniti: Chiesa, Cuadrado, Bernardeschi, Rabiot (J), Otavio, Taremi, Sergio Oliveira (P)
Espulsi: Taremi