In quella che è stata e resterà per sempre una delle più memorabili giornate dello sport italiano alle Olimpiadi, Luigi Busà si è ritagliato un ruolo di primissimo piano.
Il trentatreenne siciliano infatti, grazie al primo posto conquistato nel kumite -75 kg, ha dato all’Italia il primo oro in assoluto nel karate (disciplina all’esordio ai Giochi) e, nel complesso, la 37ª medaglia al Bel Paese a Tokyo, un bottino questo che mai lo sport nostrano era riuscito a raggiungere.
Busà però, per riuscire in questa memorabile impresa, non ha avuto vita facile visto che ha dovuto soffrire fino agli ultimissimi secondi della finale con l’azero Aghayev per avere la certezza del gradino più alto del podio.
“Stavo bene, ma non mi sono espresso benissimo in avvio” ha raccontato il karateka azzurro al termine della finale disputata al Nippon Budokan.
“Nel secondo impegno, ad esempio, ho avuto un po’ di difficoltà contro il kazako e, infatti, ho perso. In una competizione simile non puoi sbagliare mai, per cui è stato davvero incredibile. La semifinale, poi, è stata grandiosa, quindi è arrivata la finale. Un momento magico, che vale letteralmente una vita” ha affermato in totale estasi Busà.
“Se è un sogno lasciatemi sognare. Ho vissuto un anno incredibile, ai limiti della follia. Un giorno magari ve lo racconterò, ma ve lo assicuro, per me questa è una doppia vittoria”.