Sicuramente non si farà chiamare Fratello Nicola, ma i giocatori del Pescara – che al posto dell’esonerato Zauri trovano ora come allenatore Legrottaglie – sanno bene che non rischiano di essere aggrediti con parolacce o insultati, e che non sentiranno mai bestemmie per un rigore non dato o un fuorigioco dubbio. Nicola Legrottaglie è alla prima panchina importante in carriera. Dopo aver smesso come giocatore ha diretto le giovanili del Bari, l’Akragas in Lega Pro, il Cagliari ma solo come vice di Rastelli e la Primavera del Pescara. Ora la grande chance, una panchina in serie B.
LA CARRIERA- Da Atleta di Dio a tecnico di Dio il passo è breve. Legrottaglie da giovane tutto era fuorchè il classico ragazzo tutto casa, campo e chiesa. Scapigliato, playboy, nottambulo: alla Juventus non erano riusciti a raddrizzarlo. Va in prestito a Bologna e a Siena, torna in bianconero nel 2006 ma è un’altra persona. A Siena conosce Tomàs Guzman che lo avvicina al movimento “Atleti di Cristo” e la sua vita cambia. Frequenta la chiesa evangelica, prega, abbandona vizi e peccati, si avvicina a Gesù.
I LIBRI – Da quel momento tutta la sua vita – calcistica (giocherà anche con Milan e Catania) ed extracalcistica – sarà dedicata alla diffusione del messaggio evangelico. Scritte religiose appaiono sotto la maglia, i discorsi non sono più su donne e pallone ma su Dio e la religione. Scrive due libri, Ho fatto una promessa e Cento volte tanto. in cui spiega i suoi cardini.
LE RISPOSTE – «Le risposte le ho trovate nella Bibbia, in un contatto diretto con Dio. Ho capito che dovevo mettere la mia vita nelle sue mani. Una promessa che gli avevo fatto già quando avevo 13 anni, ma poi avevo dimenticato…Mi sono ricordato nei momenti di difficoltà, quando sembrava che la mia carriera stesse per finire, di quel patto che avevo fatto con Dio: gli avevo chiesto di diventare un calciatore famoso, in cambio lo avrei onorato per sempre. Improvvisamente tutto è cambiato: ho trovato pienezza nella vita, la mia carriera ha ripreso vigore. E voglio trasmettere a tutti la parola di Dio».
LA CASTITA’ – La sua prima scelta è stata la castità, fino a 6 anni fa quando ha incontrato la donna poi diventata sua moglie prima e madre di suo figlio poi. «Ho fatto una scelta estrema – aggiunge – i miei colleghi mi hanno rispettato ma comunque non mi aspetto che qualcuno condividi le mie scelte. Ho sentito dire che lo sport non può essere collegato alla fede ma è un’ignoranza, la fede c’è in ogni settore».
LA SCELTA – Ora che allena il Pescara non avrà forse più il tempo di partecipare al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona come fece lo scorso anno, o di andare in giro nelle tv a proclamare la propria fede ma di sicuro non cambierà la sua vita. Salvare le anime si abbinerà a salvare il Pescara, che sta sprofondando in classifica, ma Fratello Nicola sarà sempre lo stesso.