Da qualche ora, Miralem Pjanic è un nuovo giocatore del Besiktas. La sua avventura con il Barcellona, durata appena un anno, si è conclusa male. Malissimo, anzi. E tra le polemiche furenti del centrocampista bosniaco, che dopo la firma con i turchi si sfoga in una lunghissima intervista col quotidiano ‘Marca’, prendendosela in particolare con Ronald Koeman.
“Ancora oggi non so cosa volesse esattamente, non ha mai cercato di spiegarmi le cose, né di trovare una soluzione – le parole di Pjanic – Ero io che andavo a chiedergli cosa volesse da me, se facevo bene o male, volevo essere utile… Ma per lui non c’erano problemi nel mio gioco, non mi ha mai dato risposte. Il tempo passava, la situazione peggiorava, ma senza motivo. Io mi comportavo bene, in maniera molto professionale. È una cosa molto difficile da capire.
Sono una persona che vuole sempre il massimo e anche di più. Quando non giochi è difficile star bene fisicamente e mentalmente, perché l’allenatore uccide la tua fiducia, perché non hai comunicazione con lui. Io sono un giocatore che può accettare tutto, ma voglio sempre che mi si dicesse le cose in faccia. Non come se non stesse succedendo nulla, come se avessi 15 anni. Ho dato il massimo fino alla fine, sono stato professionale con i compagni, lavorando sempre anche per loro, perché si preparino bene per le partite. Sapevo che se l’allenatore fosse rimasto al suo posto, avrei dovuto trovare una soluzione”.
Pjanic è un fiume in piena. Dice di aver “giocato in tutte le posizioni del centrocampo, ma Koeman non mi ha mai visto in nessuna”. E poi prosegue:
“Non è stato facile. Bisogna essere tenaci, lucidi, perché a volte si può reagire male, il calcio è così. Ma io sono sempre stato molto rispettoso, davanti a lui ma anche con i compagni. Chiedete a qualsiasi giocatore e vi dirà che mi sono sempre allenato.
Se è venuto a parlarmi durante la stagione? Mai. Beh, un giorno all’inizio della stagione è venuto. Mi ha solo chiesto della mia situazione, come stavo. Gli ho detto: ‘Mister, voglio giocare, amo il calcio, voglio giocare, essere felice’. E lui mi ha risposto: ‘Non trovi nulla, perché il mercato è molto complicato con il covid e tutto… Se non trovi nulla lotterai per una maglia come tutti gli altri’. E ho detto di sì, che me la sarei giocata come tutti gli altri.
Onestamente mi sono chiesto tante volte dove stessi sbagliando. Può darsi che non gli sia piaciuto che io abbia detto alla stampa che volevo giocare di più. Ma qualsiasi allenatore ti dirà ‘ok, sta concorrendo per un posto e mi piace che mi dica una cosa del genere’. Può darsi che sia così, o semplicemente non gli piaccio. Ma mi sarebbe piaciuto che mi dicesse in faccia: tu non fai per me. Il faccia a faccia non esisteva ed è una cosa che non capisco. È stato complicato, perché è la prima volta che mi è capitata una cosa del genere”.
Pjanic è ancora di proprietà del Barcellona, ma pensare a un suo ritorno in Catalogna è utopia pura.
“Ho un contratto, ho sempre parlato bene del club, solo che non ho avuto fortuna con questo allenatore. Ma il Barça è sempre il Barça. Chiunque altro penserebbe 10 volte ad andarsene, ma dovevo scegliere tra passare un altro anno lì a giocare zero minuti o lottare per vincere, giocare in Champions League, 30-40 partite… giocherò, sono concentrato e felice di questo, non vedo l’ora di iniziare questa stagione col Besiktas e credo che lì sarò molto felice”.
In chiusura, l’intervistatore chiede a Pjanic se si sia pentito di aver firmato per il Barcellona. E lui: “No, mai. Nella vita, le cose che devono succedere succedono”. Però “sì, Koeman mi ha mancato di rispetto”. Le loro strade, per fortuna dell’ex bianconero, sono destinate a non incrociarsi più.