Di tutti gli ottantenni esistenti sulla faccia della terra, certo Mick Jagger è tra i più arzilli e “diversamente giovani”. Perché 80 anni, se lo vedi, proprio non glieli dai: l’energia che sprigiona sul palco è tale da poterlo annoverare tra quelle figure “mitologiche” che riescono davvero ad abbattere le barriere del tempo e le verità incontrovertibili dell’anagrafe.
Festeggiare 8 decadi di esistenza su questo mondo e vantare tale condizione non è cosa scontata, e tantomeno “regalata” da madre natura: Mick è uno sportivo coi fiocchi, e l’attività fisica gli ha permesso di superare anche qualche eccesso di troppo che nel corso della carriera con gli Stones certamente non è venuto meno. Di più: col passare degli anni, proprio l’esercizio e un corretto stile di vita gli hanno permesso di invecchiare meglio. Anche se a vederlo, “vecchio” proprio non si direbbe che sia.
- L'amore per i Gunners è una fede
- L'amuleto al contrario
- Preso di mira dagli inglesi
- La notte di Torino, una notte Mundial
L’amore per i Gunners è una fede
Se in Italia abbiamo un favoloso “quasi” ottantenne che risponde al nome di Gianni Morandi, certamente Jagger è una sorta di patrimonio dell’universo. Britannico di nascita, ma cittadino del mondo, annoverato tra i più grandi di sempre nel mondo del rock.
Un frontman come pochi se ne sono visti, ma come tanti inglesi innamorati del calcio: la nazionale è più di una semplice passione (tante volte lo si è visto in tribuna nelle gare più importanti della nazionale dei Tre Leoni), l’Arsenal è una vera e propria fede.
Da sempre tifoso Gunners, ha saputo raccoglierne l’eredità di famiglia trasmettendo la stessa passione agli 8 figli, incluso l’ultimo, il piccolo Deveraux, nato nel 2013. All’Emirates è una presenza piuttosto ricorrente, e nemmeno gli ormai quasi 20 anni di digiuno dal titolo in Premier League sembrano averne fiaccato la voglia di sostenere la squadra di Arteta, che quest’anno ha sognato a lungo la vittoria del campionato prima di subire l’inevitabile rimonta del City nell’ultimo mese e mezzo.
L’amuleto al contrario
Invero nel decennio scorso era diventata virale una sorta di “magia nera” addebitata proprio al cantante degli Stones, con particolare riferimento alle partite dei mondiali. Perché nel 2010, quando assistette accanto a Bill Clinton alla sfida degli ottavi tra Ghana-USA nel mondiale sudafricano, alla fine gli africani vinsero quel match, qualificandosi per i quarti.
Nel 2014 il Brasile padrone di casa, giunto sino alla semifinale contro la Germania, volle invitare la leggenda del rock a seguire la gara in tribuna. Risultato? Il clamoroso 1-7 che mandò in frantumi ogni sogno di gloria dei verdeoro di vincere il mondiale casalingo.
Preso di mira dagli inglesi
L’ultimo episodio di questa trilogia della “sfortuna” è toccato in sorte all’amata Inghilterra, seguita in Russia nel 2018 nella semifinale contro la Croazia. L’illusorio vantaggio di Trippier non si rivelerà risolutivo: i balcanici ribaltarono il punteggio e si guadagnarono la prima finale mondiale della loro storia, dove avrebbero perso contro la Francia. E Jagger? Venne preso di mira da tantissimi tifosi inglesi, che lo individuarono come il “colpevole” di quella disfatta.
La notte di Torino, una notte Mundial
Agli italiani invece il buon Mick riporta alla mente una delle serate magiche del calcio azzurro. Domenica 11 luglio 1982, mentre a Madrid l’Italia di Bearzot stava per conquistare il terzo titolo mondiale a spese della Germania Ovest, a Torino era in programma in contemporanea il concerto dei Rolling Stones.
Chi non poté seguire la finale fu ben felice di sapere proprio dalla bocca del frontman che l’Italia stava conducendo nel punteggio, fino ad esultare a fine partita per il trionfo mondiale. E Jagger celebrò il tutto presentandosi sul palco con la maglia numero 20, quella di Paolo Rossi, l’eroe del Mundial spagnolo.
Ma dopotutto aveva già anticipato come sarebbe finita il giorno prima della finale, arrivando a dichiarare che “l’Italia vincerà 3-1”. Evidentemente a 40 anni l’indovino era lui, altro che porta sfortuna.