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Milano-Cortina, il CIO boccia la pista di Cesana Pariol. Il bob costretto a emigrare a St. Moritz o Innsbruck

Dal CIO arriva una bocciatura alla richiesta della Fondazione Milano-Cortina di spostare le gare di bob, skeleton e slittino a Cesana Pariol: si va a St. Moritz o Igls.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Adesso è ufficiale: il CIO ha bocciato la soluzione “italiana” pensata per ovviare alla mancata riqualificazione dell’impianto da bob di Cortina, che prevedeva lo spostamento delle gare in Piemonte sulla pista di Cesana Pariol. La quale però è stata ritenuta inadatta per una rassegna olimpica, pur avendone ospitata una, quella di Torino 2006.

Ma appena 6 anni dopo la rassegna a cinque cerchi a Cesana hanno tirato giù la serranda, di fatto rendendo obsoleto un impianto che oggi, a poco più di due anni dai giochi olimpici di Milano-Cortina, necessiterebbe di lavori e aggiornamenti che il CIO ha ritenuto essere troppo “gravosi”, considerati anche i tempi assai ristretti. E soprattutto non garantirebbe alcun utilizzo post olimpiade, requisito ritenuto “indispensabile” per poter considerare l’impianto meritevole di essere considerato all’altezza di un evento a cinque cerchi.

Dal comitato olimpico internazionale è arrivato così un invito a prendere in esame le piste già esistenti, che pure non si trovano sul suolo nazionale italiano. La frittata, se qualcuno nutrisse dubbi al riguardo, ormai è bella che fatta.

St. Moritz o Igls, le gare di bob, slittino e skeleton emigrano

Saranno dunque St. Moritz, in Svizzera, o la località austriaca di Igls, vicino Innskruck, i siti deputati ad ospitare le gare di bob, slittino e skeleton dei giochi organizzati sulla alpi italiane. La peggiore delle ipotesi che la Fondazione Milano-Cortina si era ritrovata a sondare sul tavolo, poiché emigrare con alcune discipline all’estero rappresenta, oltre che una figuraccia a livello internazionali di dimensioni enorme, anche un grosso ammanco a livello di ricadute economiche.

A nulla sono valsi i tentativi effettuati nelle ultime due settimane, a margine della sessione del CIO a Mumbay, per provare a dirottare il progetto iniziale da Cortina a Cesana Pariol. La questione, che peraltro aveva contribuito ad alimentare tensioni tra le varie regioni coinvolte (dal Veneto che lamentava la perdita di eventi, e dunque chiedeva una sorta di “compensazione” con altre discipline, al Piemonte che si ritrovava a godere di un’inattesa “chiamata” a far parte di un progetto olimpico che sino a quel momento lo vedeva escluso dall’organizzazione, con la Lombardia per nulla contenta dei allargare a tre il novero delle regioni coinvolte), arriva a un punto di svolta, ma senza ritorno.

La pista dei giochi 2006 non può essere utilizzata, e questo perché, a detta del CIO, un impianto olimpico deve avere una sorta di “programmazione futura” (si potrebbe tradurre dall’inglese “legacy”) che ne preveda un utilizzo anche al di fuori della competizione a cinque cerchi. Ma il fatto che a Cesana da 11 anni i cancelli siano chiusi dimostra che tutto questo resterebbe solo un progetto sulla carta.

L’Italia resta ancora senza impianti praticabili

La bocciatura, insomma, fa male e aumenta la sensazione che la partita di Milano-Cortina, almeno su questo fronte, sia ormai già data per persa. Lo spostamento a St. Moritz, oltre che una sconfitta politica, avrà un costo sia per ciò che riguarda l’ammodernamento dell’impianto (non meno di 12 milioni di euro: se si andassi a Igls probabilmente anche di più), sia per la perdita di posti di lavoro all’interno del suolo italiano.

A Cortina proprio nelle scorse ore il circolo il Bob Club Cortina aveva fortemente criticato la ventilata ipotesi di spostare le gare a Cesana Pariol, lamentando il fatto che la sua riapertura sarebbe stato uno spreco immane di risorse, dal momento che non avrebbe avuto alcun futuro una volta chiusa la rassegna olimpica e paralimpica.

A testimonianza di ciò vennero riprese anche le parole pronunciate dall’allora presidente del club una ventina d’anni fa, quando Cortina si propose per ospitare le gare di bob dei giochi di Torino 2006, allo scopo di evitare di costruire un nuovo impianto col rischio di farne chiudere due a stretto giro di posta (come poi è avvenuto).

La prima olimpiade invernale con eventi all’infuori del paese organizzatore

Lo Slidling Center dedicato a “Eugenio Monti” è in disuso dal 2008: per riqualificarlo servono non meno di 120 milioni, lievitati rispetto ai 70 inizialmente stanziati prima della pandemia, costo che la Fondazione Milano-Cortina ha compreso di non poter sostenere dopo il disimpegno parziale del Governo italiano.

La stessa Fondazione che dovrà ora decidere se andare in Svizzera (favorita, poiché St. Moritz è a 2 ore e mezzo da Milano e vicina a Livigno) o a Innsbruck, più vicina a Cortina, ma meno “apprezzata” a livello di appeal mediatico.

Non era mai successo che un’olimpiade ospitasse un evento fuori dai confini della nazione ospitante: anche in questa classifica il mondo ha scoperto che “italians do it better”. Solo che stavolta non c’è proprio nulla di cui andar fieri.

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