Dura la vita per i figli d’arte. Il caso di Cristian Totti, primogenito dell’ex capitano della Roma bullizzato a Olbia per la sua taglia extralarge, non è l’unico. Anche il figlio maggiore di Antonio Cassano – che gioca nelle giovanili dell’Entella – è stato offeso dopo una partita come ha rivelato sui social la madre, Carolina Marcialis.
- Il caso di Totti jr a Olbia
- La famiglia Cassano, tra calcio e pallanuoto
- La rabbia di Carolina Marcialis
- La decisione di tornare a vivere a Genova: “Non è stato il massimo”
Il caso di Totti jr a Olbia
Cristian Totti è già più grande e gioca in serie D, stando a quanto dice il suo allenatore Amelia le critiche gli sono subito scivolate addosso, ma anche Cristopher Cassano ha saputo reagire con carattere.
La famiglia Cassano, tra calcio e pallanuoto
La vicenda è stata raccontata da Carolina Marcialis, moglie di Fantantonio e pallanuotista (si incontrarono per caso in un panificio a Genova, quando lui ancora indossava i colori blucerchiati). La coppia ha due fligli: Cristopher 13 anni e Leone di due anni più piccolo.
La rabbia di Carolina Marcialis
Cristopher da qualche anno è tesserato per l’Entella e di lui si dice che abbia numeri promettenti. Sul suo profilo instagram c’è un video in cui segna un gol in rovesciata (anche se annullato per fuorigioco) e un altro dove si esibisce in lunghi palleggi sulla spiaggia. Chioma fluente alla Caniggia e grande somiglianza con la madre nei tratti del viso, Cassano jr è stato insultato da un avversario come ha fatto sapere la Marcialis.
Parlando coi follower sui suoi canali social la signora Cassano ha raccontato che proprio durante una partita di calcio disputata dal primogenito, è stata costretta a contenersi dopo gli insulti ricevuti dal figlio: “Non puoi proteggerli mai realmente come vorresti quindi bisogna insegnargli fin da piccoli come non farsi investire da ciò che li circonda. Ha giocato un’amichevole e ha perso. Nello spogliatoio della squadra avversaria un ragazzino gli ha urlato: ‘Cassano su*a’. Se avessi reagito come Carolina sarei andata di là e avrei preso il bambino, i genitori e l’allenatore e li polverizzavo”.
È stato il figlio, subito dopo il match, a tranquillizzare la madre: “Quando è uscito mio figlio ho parlato con lui e lui mi ha detto: “Mamma ho fatto un gol e sono un 2011… loro 2009. Vedremo tra qualche anno!”. E lì ho capito che non riuscirò mai a proteggerli da tutti ma posso insegnare loro a reagire e soprattutto a non diventare persone vuote e cattive.
La decisione di tornare a vivere a Genova: “Non è stato il massimo”
Carolina ha quindi concluso con una riflessione amara che ha tradito il pentimento provato di fronte alla scelta di tornare a vivere a Genova: “È da quando ho 17 anni che vivo con in sottofondo un costante commento o giudizio positivo e negativo della gente. Diciamo che sono abituata. Tornare a vivere a Genova non è stato il massimo perché purtroppo è come vivere in un paesino e quindi il commento… è d’obbligo!”.