“La morte di Matilde deve essere una ricchezza”. Queste le parole di papà Adolfo Lorenzi che dopo la scomparsa della figlia 19enne vuole guardare al futuro e creare un’eredità reale per Matilde. Il tema della sicurezza diventa dunque centrale nel mondo dello sci con la tragedia avvenuta in Val Senales che può servire come un motore per portare dei cambiamenti significativi. Anche se il “rischio zero” rimarrà sempre un traguardo irraggiungibile.
- L’airbag obbligatorio dopo la tragedia Lorenzi
- Lorenzi lo utilizzava già
- L’iniziativa di papà Adolfo
- La sicurezza assolute non esiste
L’airbag obbligatorio dopo la tragedia Lorenzi
Il tema della sicurezza nel mondo dello sci diventa centrale dopo la tragedie che ha colpito Matilde Lorenzi. Si cerca di trovare possibili soluzione per evitare incidenti fatali e una arriva proprio da un’azienda italiana, la Dainese che si occupa da anni di equipaggiamenti di sicurezza soprattutto nel motociclismo. Il “D-Air”, una sorta di airbag, era facoltativo fino al 2023 ma diventerà obbligatorio nelle gare di Coppa del Mondo con particolare riferimento alle discipline veloci. Ma proprio il racing director dell’azienda italiana, Marco Pastore, chiarisce alla Gazzetta dello Sport: “Il rischio zero non esiste ma dobbiamo sforzarci di prevenire al meglio possibile. L’airbag fino a ora era una scelta personale degli atleti ma in questa Coppa del Mondo diventa obbligatorio per discesa e superG”.
Lorenzi lo utilizzava già
Non si tratta di un’innovazione recente ma di un dispositivo già in uso da un po’ di tempo e la stessa Lorenzi lo utilizzava come spiega ancora Pastore: “Matilde lo utilizzava per le sue gare veloci ma nell’allenamento in gigante come altri che si allenano nelle discipline tecniche. Il suo incidente è avvenuto nel corso di un allenamento in gigante e in un tratto di pista relativamente agevole”.
L’iniziativa di papà Adolfo
Una tragedia terribile quella che ha colpito il mondo dello sci, ma soprattutto la famiglia di Matilde Lorenzi con papà Adolfo che cerca di elaborare il terribile lutto sperando che la morte di sua figlia non sia invasa: “Raccoglieremo fondi perché non vogliamo fiori per il suo funerale. Faremo un progetto coinvolgendo università e aziende per riuscire ad aumentare la sicurezza per i ragazzi che sciano. Quello che è successo a Matilde deve diventare una ricchezza. Pensiamo soprattutto – continua nella sua intervista alla Gazzetta dello Sport – a un dispositivo che possa incrementare la sicurezza, un’evoluzione di quello che viene già utilizzato nelle discipline veloci da indossare anche in quelle tecniche”.
La sicurezza assolute non esiste
La tragedia di Matilde Lorenzi ha riportato la discussione sulla sicurezza nel mondo dello sci ma come hanno chiarito numerosi esperti quello della sicurezza totale rappresenta un’utopia. Il rischio zero è un obiettivo impossibile da raggiungere ma la morte della 19enne italiana può senza dubbio spingere verso un incremento delle misure sulle piste e sugli atleti in modo da riuscire a ridurre in maniera sempre più importante i rischi di incidenti fatali.