Quel che ci restituiscono le immagini di quella pista agevoleranno la comprensione della sequenza di tragici avvenimenti che ha causato la morte di Matilde Lorenzi, 20 anni il 15 novembre prossimo. In queste ore, una ricostruzione attribuisce la disperazione che attraversano la sua famiglia, i suoi genitori e i fratelli, gli allenatori, le compagne e il fidanzato a un errore fatale.
L’urto con la porta, gli sci che si divaricano, la caduta violentissima e un volo dalla parabola impressionante che si conclude fuori pista.
- La caduta fatale di Matilde Lorenzi
- Le dichiarazioni di sua sorella Lucrezia
- Promezza azzurra dello sci femminile
- Allenatore sotto choc
- Gli interrogativi sulla sicurezza
- Lo choc di Isolde Kostner che rivive con Mati
- I funerali di Mati e l'iniziativa della sua famiglia
La caduta fatale di Matilde Lorenzi
Una pista, quella, nota alla Federazione che aveva già sperimentato e non solo con la squadra junior della Nazionale allenamenti e discese: il ghiacciaio del Senales, Alto Adige, hanno accolto in passato campioni e campionesse. Quando era parso chiaro che, per ragioni climatiche, non sarebbe stata possibile la trasferta di preparazione in Svezia allora si era optato per le cime a ridosso del confine.
L’agenzia ANSA aveva riportato subito la gravità delle condizioni di Matilde, trasferita in elisoccorso all’ospedale di Bolzano dove ha lottato per la vita nelle ore successive al trauma facciale e al volo concluso fuori pista, nel reparto di terapia intensiva.
Le dichiarazioni di sua sorella Lucrezia
Lo sci aveva aiutato Mati a costruire affetti e relazioni oltre ai successi. La trafila era stata simile a quella di sua sorella Lucrezia, che ha rotto il silenzio prima sui social e poi con i giornalisti che l’hanno raggiunta per aprire un nuovo capitolo della sua vita, con e senza gli sci.
Lucrezia ha sei anni in più di Matilde. Preferisce altre specialità, conosce altrettanto bene piste e dinamiche dello sci. E la sicurezza adesso è divenuta, quando il tempo e il dolore insostenibile che porta addosso lo consentiranno, una urgenza.
“Abbiamo tante idee, ora dobbiamo raccoglierle, assieme ai fondi, proprio per sviluppare una maggiore sicurezza sotto tanti aspetti. Mi aveva colpito molto, fuori dallo sci, quanto era successo a quella ragazza svizzera al Mondiale di ciclismo (la junior Muriel Furrer, morta in gara a fine settembre a 19 anni; ndr). In questo c’è similitudine con lo sci, quando cadi lo fai sulle tue gambe con poca protezione. C’è bisogno di fare molti progressi”, ha detto alla Gazzetta dello Sport.
Promezza azzurra dello sci femminile
Matilde preferisce le specialità veloci, quelle da brivido continuo, esapsperato. Si educano la paura e il timore, si apprende una convivenza che diventa ovvia, quasi imeprcettibile per chi decide di camminare come un equilibrista sopra a quel filo sottilissimo. Aveva talento e lo scorso anno si era imposta ai Campionati italiani assoluti di superG davanti a Laura Pirovano e Nicol Delago, due campionesse del team azzurro. Il suo idolo, e pare inevitabile, era Sofia Goggia che l’ha ricordata con rispetto e trasporto anche sui social.
Allenatore sotto choc
Ma lunedì quando si è concumata la tragedia che ha interrotto a 19 anni la sua esistenza, c’èera il suo allenatore Angelo Weiss, nome noto agli appassionati, che non può non essere scioccato per la morte di Matilde che ha affiancato in un percorso sportivo che poi si rivela anche umano. “Matilde è caduta nel tratto finale della pista, un po’ più pianeggiante. Ha fatto un errore, si è sbilanciata, ha battuto la faccia ed è ruzzolata fuori”, ha raccontato agli investigatori secondo quel che riporta il Corriere della Sera.
Matilde Lorenzi in gara
Gli interrogativi sulla sicurezza
Una piccola rete delimita la pista, anche se non è paragonabile a quella di Coppa: le domande sulla sicurezza sono inevitabili. Ci voleva una rete diversa, sarebbe cambiata la sorte di Matilde? Stando a quel che trapela dalle agenzie e riportato dai quotiidani tra ieri e oggi, i requieisti c’erano secondo l’informativa consegnata alla Procura.
Il nulla osta alla sepoltura come confermato a Sky dalla sorella suggerirebbe che per ora non si ravvisano evidenze penali e a Giaveno saranno celebrati i funerali alla presenza dei vertici militari, visto che la giovane sciatrice era tesserata per il Centro sportivo dell’Esercito che ha dato conferma della sua morte, martedì 29 ottobre.
I quesiti non si placano, però. E le riflessioni scaturite dallo tsunami emotivo che accomuna Lucrezia ai suoi cari, stretti dall’affetto e dalla vicinanza dell’Italia intera e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si moltiplicano.
Paolo De Chiesa, commentatore televisivo ed ex sciatore azzurro, auspica un approfondimento come detto a RTV San Marino: “Io posso dire semplicemente che in quel tratto lì uno può cadere, può farsi anche male per carità, può rompersi il legamento crociato di un ginocchio, che è un incidente molto grave per uno sciatore, ma quello che è successo è incredibile. Non possiamo credere che in quel punto della pista uno possa morire. E quindi al di là di quello che sarà, perché la verità tanto viene fuori, quello che è successo verrà analizzato e sarà pubblico, ma al di là di questo noi siamo proprio affranti per quello che è successo a questa ragazza, Matilde, vent’anni che sognava di diventare una campionessa.”. Un concetto che ha ribadito anche in altre interviste.
Lo choc di Isolde Kostner che rivive con Mati
La campionessa Isolde Kostner rivive i fantasmi del suo passato ricordando la morte scioccante di Matilde Lorenzi. Trent’anni fa, infatti, una giovanissima sciatrice con il pettorale numero 35 conquistava la prima gara della sua carriera in un clima di sconcerto totale: il 29 gennaio 1994 a Garmisch-Partenkirchen l’austriaca Ulrike Maier moriva in seguito a una terribile caduta in gara. Nell’impatto violento si sganciò il casco, provocando la frattura delle vertebre cervicali della sciatrice, rimasta esanime in pista.
Il pensiero va a Matilde “che ha messo tutta la passione per inseguire i sogni attraverso lo sport – sottolinea l’ex sciatrice alla Rai – e penso poi alla sua famiglia che l’ha salutata, pensava di rivederla e invece non sarà così”. Un incidente, come purtroppo ce ne sono stati altri sugli sci, riporta all’attenzione di tutti il tema della sicurezza. Sulla tutela della testa qualche possibilità in più secondo Kostner ci sarebbe ancora.
“Parliamo di sport in cui si va a una certa velocità, perfino in gigante anche a 60 km orari, si potrebbe pensare al casco integrale”.
I funerali di Mati e l’iniziativa della sua famiglia
Stasera si reciterà un rosario per Mati. Domani dalle 10 il funerale nella parrocchia di Giaveno. L’amministrazione comunale di Valgioie ha annunciato il lutto cittadino. Sul manifesto funebre è stato scritto che “la cara Matildina sarà accolta nel camposanto di Valgioie”. La famiglia, papà (Adolfo), mamma (Elena Rosa Cardinale), sorella (Lucrezia) e i fratelli Matteo e Giosuè, hanno hanno manifestato la volontà di non ricevere fiori “ma donazioni a favore del ‘Progetto in Memoria di Matildina'”, si legge nella nota diffusa. Una raccolta fondi finalizzata alla tutela dei ragazzi che sciano.
“Ci sono ancora troppe emozioni, è un momento molto caldo. C’è però una cosa che ci tengo a dire. Per il funerale di Matilde non vogliamo nessun tipo di fiore. In queste ore stiamo cercando di organizzare una raccolta di fondi da destinare al miglioramento della sicurezza degli atleti che sciano. Ora vedremo come fare, magari collaborando anche con l’università, ma il nostro obiettivo è quello di tutelare i ragazzi che sciano e di tenere in vita il ricordo di Mati”. Le parole di suo padre, in attesa di fatti concreti.