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Morto Brehme, Castellini piange eroe del triplete: era un tedesco-napoletano ESCLUSIVA

L'ex portiere, preparatore dell'Inter del Trap, ricorda il terzino scomparso per attacco cardiaco, un campione dal cuore buono e dalla battuta pronta

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

“Ma che mi sta dicendo? Davvero Andy è morto? Che brutta notizia, che dispiacere, sono in viaggio non ho letto niente e non ho sentito i telegiornali”. Luciano Castellini, preparatore dei portieri dell’Inter dall’88 al 2004 ne ha visti tanti di campioni passare da Appiano Gentile ma non può dimenticare il sorriso buono di quel tedesco biondo dal cross fatato con cui i nerazzurri vinsero lo scudetto dei record, una coppa Uefa e una Supercoppa italiana.

Un arresto cardiaco, aveva 63 anni…

“Che dolore, lo ricordo benissimo un grande campione, generoso, disponibile. Era un tedesco-napoletano, nel senso buono del termine, sempre pronto a scherzare ma in campo professionista sempre”.

Che ricordi ha di Andy uomo e del Brehme giocatore?

“Splendidi, come giocatore è stato un fuoriclasse, sapeva calciare con entrambi i piedi, nessuno di noi ha mai capito se fosse destro o sinistro”

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Pare fosse destro di nascita ma si è allenato tantissimo col sinistro

“Si fidi, non lo sapeva neanche lui. Aveva questa capacità di mettere in mezzo palloni tesi, liftati, morbidi a seconda di cosa servisse: una manna per Serena e gli altri attaccanti dell’Inter dell’epoca. Poteva crossare indifferentemente da una fascia o dall’altra, con la stessa pulizia. Il rigore decisivo dei Mondiali ’90 contro l’Argentina lo tirò però di destro”.

Quando arrivò all’Inter non si pensava fosse un fenomeno

“Arrivò assieme a Mattheus e tutti pensavano che il campione fosse solo Lothar, ma si sbagliavano. Poi l’anno dopo aggiungemmo anche il terzo tedesco Klinsmann: che tempi, che grande Inter era”.

Ha avuto modo di rivederlo negli ultimi tempi?

“Venne a trovarci una volta ad Appiano Gentile e fu una grande festa, sapevo che aveva avuto problemi economici ma non ne parlammo. Poi il Bayern fece un bel gesto offrendogli un ruolo nel club e lo salvò. Si era risollevato, so che viveva bene, che dispiacere, davvero…”.

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