Per la prima volta nella storia l’Italia si prende la finale di Volley Nations League: troppo appetitosa la semifinale con la Slovenia per lasciar cadere l’opportunità, e puntualmente i ragazzi di De Giorgi sono passati all’incasso imponendosi per 3-1 (25-22, 22-25, 25-21, 25-18) e sciorinando a tratti anche una buona prestazione. Solo nel secondo set la luce s’è spenta per qualche minuto, con la formazione di Fabio Soli (tecnico campione d’Italia con Trento, il prossimo anno promesso sposo di Verona) che ha provato almeno a rendere più dura la vita agli azzurri. Tanto che domani la sfida per l’oro vedrà l’Italia opposta alla vincente dell’altra semifinale tra Brasile e Polonia, in campo alle 13.
- De Giorgi pesca bene dal mazzo: Romanò determinante
- Primo set perfetto, poi qualche errore di troppo
- Michieletto non si ferma: finale in carrozza
De Giorgi pesca bene dal mazzo: Romanò determinante
Certo contro un Michieletto in formato MVP (26 punti, di cui 4 muro e 3 al servizio) era oggettivamente impossibile fare di più. Ma non è stato tutto semplice contro una Slovenia che ha provato a giocarsela senza alcuna remore, provando a ripetere quanto fatto nel quarto di finale contro la Francia. Mozic e Stern (più Ziga che Toncek) hanno cercato in tutti i modi di sfruttare qualche piccola amnesia della retroguardia azzurra, ma alla lunga tutta la buona volontà del mondo non è bastata alla formazione dei Balcani per avere ragione di un’Italia solida e perfettamente centrata sul compito che s’era data.
Con De Giorgi che in avvio ha preferito Gargiulo a Galassi, confermando Anzani nel ruolo di centrale e pure Rychlicki in posto 2. È stato però l’ingresso di Romanò a metà del terzo set a dare alla nazionale lo sprint necessario per prendere il largo: l’ex Piacenza ha trovato il modo per passare spesso e volentieri tra le mani del muro sloveno, ritrovando lo slancio e la fiducia dei giorni migliori.
Tanto che in vista della finale di domani per De Giorgi si proporrà un interrogativo bello e buono: chi lanciare dall’inizio tra Yuri e il naturalizzato lussemburghese? Al netto della scelta, la possibilità di avere due opposti di tale valore si sta rivelando un valore aggiunto, sulla scia di quanto avviene sistematicamente da un anno in campo femminile con la staffetta Egonu-Antropova.
Primo set perfetto, poi qualche errore di troppo
A spaccare per primo la partita c’ha pensato capitan Giannelli, che con due ace ha dato il primo break consistente di vantaggio all’Italia nel parziale d’apertura. Qualche sbavatura in attacco ha permesso però alla Slovenia di tornare a contatto e anche di mettere il naso avanti (13-12), poi però due punti consecutivi di Rychlicki hanno ribaltato nuovamente l’inerzia del set, con Giannelli ancora efficace a servizio e un muro di Michieletto su Stern buono per sparigliare le carte (20-17).
La svolta, sul 23-21, arriva grazie all’ace di Romanò, che appena messo piede in campo mostra subito i muscoli. Copione abbastanza simile nel secondo set, con la Slovenia che però stavolta alza i giri del motore mandando in tilt la ricezione azzurra (due errori pesanti di Lavia).
Quando Rychlicki sbaglia tre palle consecutive (9-14) è inevitabile per De Giorgi provare a cambiare le sorti di un set che pure non tornerà più sui binari desiderati, con la Slovenia perfetta nel punire ogni minima sbavatura azzurra. Michieletto è l’unico che prova a riportare a contatto i compagni, risalendo da -6 a -2, ma Mozic chiude sul 25-22 allungando la partita.
Michieletto non si ferma: finale in carrozza
La bravura dell’Italia è quella di risalire la corrente senza farsi prendere dalla frenesia. Tanto che nel terzo set è la Slovenia che si ritrova costretta a inseguire (11-8), ma un parziale di 3-0 riporta tutto come prima. L’ingresso di Romanò però si rivela quanto mai provvidenziale: è lui a trasformare una free ball per il nuovo vantaggio (16-14), poi però al solito ci pensa Michieletto a scavare il solco decisivo nel 4-0 di parziale che da 17 pari spedisce l’Italia sul 21-17 (l’ultimo punto, al servizio, è uno scaldabagno che fa sgranare gli occhi alla ricezione slovena).
Il punto del 25-21 lo mette giù ancora super Ale, che continua a martellare anche in avvio di quarto set, dove la Slovenia resta aggrappata fino al 10 pari prima di implodere sotto i colpi di Romanò e Giannelli (6-0 di parziale: in mezzo anche un muro di Gargiulo). L’Italia tocca vette di gioco elevatissime e la partita perde di significato: entra anche Galassi e chiude i conti con due primi tempi perfetti, spedendo rapidamente l’Italia alla finale che vale l’oro. Considerando la vecchia World League, antenata della VNL, erano 21 anni che aspettavamo questo momento. Meglio tardi che mai…