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Morto in montagna Cristian Brenna mito dell'arrampicata, il ricordo di Mauro Corona, Hervé Barmasse e del mondo del climbing

Una caduta causata da un inciampo durante un'escursione, questa la fine della leggenda dello sport che aveva solo 54 anni: lascia la sua famiglia, gli amici e i colleghi sotto choc per l'accaduto

Ultimo aggiornamento:

Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Morto in montagna Cristian Brenna mito dell'arrampicata, il ricordo di Mauro Corona, Hervé Barmasse e del mondo del climbing

La sua mancanza è una materia ancora da elaborare, perché morire come è accaduto a Cristian Brenna è ingiusto, inevitabilmente, ma così lo è un po’ di più. Senza alcuna avvisaglia, forse in una circostanza davvero imprevedibile per chi come lui aveva maturato una conoscenza profonda e rispettosa della montagna.

Quando nella tarda mattinata si sono susseguite le prime informazioni, poi la conferma della sua scomparsa dovuta a un incidente in montagna, si è ancora una volta misurata la profondità di un dolore devastante soprattutto per la sua famiglia e per chi, accanto a un uomo che aveva scelto la montagna e l’altruismo aveva condiviso e donato nel corso degli anni trascorsi dedicati all’alpinismo. Secondo una prima ricostruzione, è stata una scivolata lungo un sentiero dopo un’escursione in bici, all’origine della caduta nel vuoto che a 54 anni ha interrotto tutto.

Chi è Cristian Brenna

Cristian Brenna, originario di Bollate, è stato un protagonista assoluto dell’alpinismo in ogni sua sfumatura: arrampicatore esperto era poi diventato membro del Soccorso alpino della Guardia di finanza, una scelta che testimonia la ricerca di una continuità tra quei valori agonistici e il lavoro, la vita. Senza interruzione di continuità.

La prima ricostruzione dell’incidente

Brenna si trovava con un compagno in bicicletta sulla cresta del Monte Biaina, tra Dro e Tenno, quando si è consumata la tragedia: erano le 11 del 3 giugno. I due si trovavano ad una quota di 1.350 metri, quando Cristian è inciampato sul sentiero, scivolando lungo il pendio boschivo per svariati metri, precipitando in un secondo momento sulle rocce sottostanti. Stando alle prime informazioni i due escursionisti sarebbero stati a piedi e Brenna potrebbe essere inciampato, un imprevisto che ne avrebbe determinato la caduta.

Sarebbe stato lo stesso compagno, a chiamare il 112. La centrale unica di emergenza ha quindi chiesto l’intervento dell’elicottero di Trentino emergenza, mentre gli operatori della stazione di Riva del Garda del Soccorso alpino e speleologico trentino ne assistevano l’atterraggio al campo sportivo Benacense.

I colleghi presenti

Sul posto erano presenti anche il Soccorso alpino della Guardia di finanza di Tione, la stessa dove prestava servizio Brenna — e i vigili del fuoco volontari di Riva del Garda mentre gli stessi colleghi, sotto choc, si erano prestati per Cristian. Stando a quanto emerso poi, l’equipe sanitaria e anche due soccorritori della stazione di Riva del Garda sono stati calati sul posto una volta individuato l’esperto di climbing ma a nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo.

Cristian Brenna era e rimane un riferimento per l’alpinismo italiano. Membro dell’unione internazionale che raggruppa le associazioni delle guide alpine, era un esperto arrampicatore, disciplina che praticava ai più alti livelli italiani, con numerosi risultati sportivi a testimoniare la sua qualità. Dal 1991, aveva preso parte alla Coppa del mondo di arrampicata, oltre ad aver vinto 3 argenti europei e 3 ori, 3 argenti e un bronzo nei campionati italiani. Spedizioni, arrampicate imprese anche in Patagonia.

Nel 2005, era infine entrato nel gruppo del soccorso alpino delle Fiamme gialle, per vivere la montagna sempre nella sua Arco.

Il ricordo sui social dei Ragni di Lecco

Brenna era molto stimato, conosciuto e apprezzato. Sui social i Ragni di Lecco lo hanno ricordato con un messaggio molto toccante: “Come capita spesso in questi frangenti non abbiamo parole. È una tristezza muta quella che ci pesa sul cuore. Il pensiero vola ai momenti condivisi in falesia e alle avventure fra le grandi montagne.

Il nostro abbraccio fraterno stringe gli amici e la famiglia.

Ciao Cristian 🙏”

Il post di Hervé Barmasse

Lo stesso ha deciso di fare Hervé Barmasse, che ha scelto di affidare i frammenti di vita condivisi solo a un post, pubblicato sui suoi account ufficiali:

“Mancano le parole.
Resta solo il silenzio, il vuoto…
Cristian… Servirebbe la tua ironia contagiosa,
una birra condivisa,
quel modo leggero e profondo
di vivere la vita
senza mai prendersi troppo sul serio.

È ciò che ci ha uniti da subito,
dalla prima spedizione
fino alla vetta del Piergiorgio,
passando per le Dolomiti,
o per una giornata qualunque in falesia.

Servirebbe…
ma oggi resta solo il vuoto.
Un vuoto che pesa,
un vuoto difficile da colmare”.

L’intervento di Mauro Corona a È sempre Cartabianca

Anche lo scrittore e alpinista Mauro Corona, durante la trasmissione È sempre Cartabianca, ha dedicato un suo personalissimo ricordo di Cristian con il quale condivide l’amore immenso per la montagna:

“Era un carissimo amico, uno degli arrampicatori più forti del pianeta – ha detto Corona – è caduto. Un abbraccio ai familiari”.

Brenna lascia la moglie Jana e due figli, Sofia e Filippo oltre ai genitori. La Cerimonia Funebre, come si apprende dal necrologio pubblicato dalla famiglia, avrà luogo venerdì 6 giugno alle ore 10.00 presso la chiesa Collegiata di Arco.

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