Il centauro dell’Aprilia Andrea Iannone, in una chiacchierata su Instagram con Max Biaggi, ha ripercorso la sua carriera ammettendo di avere un rimpianto: “Col senno di poi cambieresti sempre qualcosa, se devo dirne uno: non sarei andato via da Ducati”.
Il centauro di Vasto è attualmente in Svizzera, dove sta passando la quarantena per l’emergenza Coronavirus: “A Lugano è tutto fermo, non abbiamo nessun caso, la gente è tutta a casa, ha massimo rispetto. Puoi uscire ad allenarti o a fare una cosa realmente motivata, ma bisogna rispettare le norme”.
La MotoGp rischia di non partire definitivamente: “Non so, dipende dalla situazione in Europa come si evolve. Mettiamo che in Italia tutto si risolve… la Spagna come è messa? in Gran Bretagna come sono messi? Secondo me la situazione si fa grave”.
Il passaggio da Ducati a Suzuki: “Quando ho lasciato Ducati venivamo da una stagione molto positiva e la Ducati aveva un’accelerazione e una decelerazione spaventose. Dove si faticava era l’inserimento in curva e fargli fare percorrenza, era una moto che faceva fatica a curvare. In Suzuki avevo trovato una buona sensazione in curva ma in accelerazione e in frenata soffriva molto di più. Oggi ci vuole un compromesso, una moto che rallenta forte, ma che ti permetta di fare una percorrenza discreta dove serve e dove non serve una trazione buona per alzarla subito e accelerare. Perdere due o tre decimi in una frenata è un’infinità”.
L’idolo d’infanzia: “Max (Biaggi ndr) era già in 500 con mio fratello, lui era più biaggista che rossista. Quando avevo 7 anni Valentino Rossi vinceva il suo primo titolo nella 125, ero affascinato da quello che faceva dopo, le gag, era un ragazzino giovane”, ha concluso Iannone.
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