In un’intervista rilasciata ad As, Marc Marquez si è raccontato: “Ho vissuto entrambe le facce dello sport, quella dei successi e quella degli infortuni e del recuperio. Anche nelle stagioni migliori avevo addosso molta pressione, ma la gestivo bene. Adesso è una pressione diversa, tutto il mondo si aspetta il mio ritorno ma bisogna evitare la fretta. Bisogna prendere le cose come vengono, gestirle, e procedere poco a poco”.
Marquez però resta ancora affamato: “L’obiettivo è quello di tornare a lottare per il Mondiale, rimane il mio sogno per quest’anno, ma devo essere realistico. Stiamo migliorando, facendo passi avanti: l’importante è la motivazione. Ogni giorno è una piccola sfida nella sfida più grande, che è superare questi due anni di infortuni per poter tornare a lottare per le posizioni che contano”.
Marquez ha parlato anche di ex rivali della MotoGP: “Quando sono arrivato, nel 2013, ho avuto il privilegio di poter imparare da piloti come Rossi, Lorenzo o Pedrosa, adesso è il contrario: vedo arrivare piloti giovani, che fanno cose nuove rispetto a noi. Ma anche noi veterani possiamo imparare qualcosa da loro. Solo il tempo potrà dire se sarò capace di vivere una carriera lunga come quella di Rossi; in gran parte si tratta di un fattore mentale, ma contano anche le situazioni di ciascun momento, gli infortuni, la possibilità di disporre di un buon supporto medico e dalla motivazione. È una somma di fattori”.
Riguardo alla sua situazione attuale, Marquez ha concluso ammettendo: “Il motociclismo non è uno sport individuale, è una disciplina in cui contano tre cose: la moto, la squadra e il pilota. Certo, la differenza fondamentale continua a farla il pilota, ma è chiaro che se la moto non lo asseconda, può puntare a vincere qualche gara in determinate condizioni, ma non un Mondiale…“.