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NBA, Minnesota fa sul serio: sbanca ancora Denver e scappa sul 2-0. Brunson e DiVincenzo salvano NY

Altra vittoria pesante dei Wolves, che passano di nuovo a Denver e scappano sul 2-0 (Jokic troppo solo). Brunson trascina NY alla rimonta sui Pacers

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Pensandoci bene non è che fosse poi un’impresa tanto titanica: inebetire il talento di Nikola Jokic, costringere il supporting cast di Denver a cavarsela da solo e vedere l’effetto che fa. Per Minnesota, meravigliosamente incantato. Come dimostra la netta vittoria anche in gara 2 (106-80) di una serie che sorprendentemente si sposta a Minneapolis con i Wolves avanti 2-0, ancora imbattuti nella post season (solo OKC come loro, ma con due gare in meno disputate) ma decisi a lanciare l’offensiva finale sui campioni in carica. Mentre a Est Jalen Brunson continua a scrivere la storia: quarta gara consecutiva sopra 40 punti e vittoria al fotofinish dei Knicks sui Pacers (non senza polemiche).

Difesa, aggressività e un super Edwards: Minnesota è perfetta

Alla Ball Arena, nessuno ha avuto da fiatare: perentorio l’avvio di gara dei Wolves, orfani di Rudy Gobert (motivo più che lecito: era accanto alla compagna che ha dato alla luce il primo figlio) ma trascinati dai 27 punti a testa di Anthony Edwards e Karl Anthony Towns.

Lo scatto decisivo avviene nella prima parte di gara: già avanti di 8 lunghezze alla prima sirena, nel secondo Minnesota prende il largo, arrivando a toccare anche il +32. Denver non cava un ragno da un buco: Jokic è sistematicamente raddoppiato, Murray (gravato da problemi fisici) spara letteralmente a salve e la partita prende presto la sua ineluttabile piega. Anche perché a livello fisico la stazza dei Wolves si accoppia benissimo (per loro) contro quella dei Nuggets, che faticano a trovare soluzioni degne di tal nome.

La resa è incondizionata e adesso per Jokic e compagni sono guai seri: fondamentale vincere gara 3 per provare a riequilibrare la serie, ma la sensazione è che quest’anno Edwards e compagni ne abbiano di più. Ma tanto di più.

Brunson non si ferma più: NY la vince in volata

Un altro che ne ha in questo periodo è Jalen Brunson, semplicemente irreale grazie a un’altra prestazione da 43 punti con la quale trascina NY al primo successo nella serie contro i Pacers. Che recriminano per un fischio in attacco ai danni di Myles Turner nell’azione che, con 13 secondi ancora da giocare, avrebbe potuto consegnare loro il canestro del sorpasso.

Recriminazioni fondate, ma Indiana ha pasticciato troppo nel finale: avanti di 9 punti, s’è fatta riprendere da uno scatenato Brunson (che ha segnato 21 punti negli ultimi 12’) e poi è stata regolata anche dalla freddezza di DiVincenzo, sempre più uomo chiave nell’economia della stagione dei Knicks. Un monumentale Josh Hart da 48’ giocati (24 punti e 13 rimbalzi) ha fatto il resto.

Indiana ha pagato la serata no di Haliburton, che ha chiuso con appena 6 punti, ma la panchina è stata straordinaria, segnando 46 dei 117 punti di squadra. La sensazione è che questa sarà una serie lunghissima, ma dove al solito sarà Brunson l’ago della bilancia (più nel bene che nel male).

Le altre serie: stanotte al via Celtics-Cavs e Thunder-Mavs

Questa notte partono le altre due serie di semifinale. Alle 1 italiane va in scena una classica dello scorso decennio dei play-off a Est: Boston quando ha affrontato Cleveland in piena era LeBron ha sempre perso, stavolta però partirà nettamente con i favori del pronostico, provando a mettere da subito le cose in chiaro contro i Cavs (che non sanno ancora se avranno a disposizione Jarrett Allen, mentre Porzingis è ufficialmente out sulla sponda Celtics).

Alle 3,30 si apre anche la serie tra OKC Thunder e Dallas Mavericks, per certi versi una delle più attese: OKC ha impressionato contro NOLA nel primo turno, ma Dallas ha ribaltato con cognizione di causa i Clippers e si presenta con un Kyrie Irving mai così in palla, oltre che con Jason Kidd fresco di estensione pluriennale (niente Lakers per il coach dei Mavs).

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