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Oscar Pistorius libero dopo aver scontato nove anni di carcere per l'omicidio di Reeva Steenkamp: la dimora esclusiva, gli episodi oscuri e il processo

Il campione paralimpico aveva colpito uccidendola con quattro colpi di pistola la sua fidanzata, modella e attivista, la notte di San Valentino del 2013

Ultimo aggiornamento:

Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Il 5 gennaio 2024 segna uno spartiacque nella vicenda giudiziaria, e umana, che ha travolto Oscar Pistorius e la sua fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa la notte di San Valentino di dieci anni fa dall’ex campione paralimpico nella sua abitazione di Pretoria, in uno dei quartieri più protetti ed esclusivi della città sudafricana. Oggi Pistorius, simbolo di un Paese post apartheid emancipato ed evoluto, nella narrazione che illuminò il suo percorso e la sua carriera sportiva, si trova ad essere descritto come un personaggio opaco, ingrigito, fumatore accanito, minacciato, nonché condannato per l’omicidio di una giovane donna senza alcun reale motivo.

Ora Pistorius è stato rilasciato sulla parola, dopo aver scontato quasi nove anni per qui quattro colpi di pistola che hanno spento la vita di Reeva, modella e testimonial di importanti cause umanitarie nonché impegnata sul fronte civile, e cambiato la sua esistenza. Una tragedia che ha segnato la famiglia della modella 30enne, che ha lottato e continua a farlo perché venga resa giustizia a Reeva, morta per ragioni non ancora chiare per i suoi cari.

Oscar Pistorius libero: l’omicidio di San Valentino

La morte di Reeva, legata a Pistorius all’epoca da circa tre mesi, si è consumata in una notte di dieci anni: era San Valentino del 2013, pochi mesi prima il campione paralimpico aveva corso a Londra 2012 con le sue protesi in fibra di carbonio, quando quella notte il quattrocentista si alza e prende l’arma, una 9 mm autorizzata, e spara quattro colpi oltre la porta del bagno chiusa a chiave uccidendo Reeva, che si trovava all’interno del locale.

I media anglofoni hanno dato evidenza alla notizia nelle ultime settimane, sottolineando inevitabilmente il clamore di quanto sta avvenendo nonostante la dolorosa perdita e le modalità in cui ciò è avvenuto per i familiari di Reeva. Pistorius esce dal carcere di Atteridgeville a Johannesburg, ripiegando per l’ultima volta la sua uniforme arancione da carcerato per trasferirsi a 15 miglia a est, in un cottage con giardino nella tenuta sorvegliata del suo ricco zio Arnold, fratello del suo ex padre Henk, e verso un futuro incerto in una delle città più colpite dalla criminalità al mondo.

Fonte: ANSA

Oscar Pistorius lascia il carcere

Che cosa attende Pistorius: la nuova dimora e i programmi

Stando a quel che viene riportato dal Daily Mail e dal Guardian, quel che attende Pistorius è una libertà vigilata con supervisione correzionale fino alla fine della sua pena, datata 2029. L’ex campione paralimpico dovrebbe vivere a casa di suo zio a Waterkloof, un sobborgo esclusivo della capitale del Sud Africa, Pretoria, e frequentare programmi sulla violenza di genere e sulla gestione della rabbia.

Non gli sarà permesso di bere alcolici e dovrà ottenere il permesso di viaggiare o di intraprendere un lavoro, il che rende improbabile che possa presto tornare a correre sulle piste da corsa, come era emerso anni addietro quando venne paventata questa ipotesi. I termini esatti della sua libertà condizionale non sono stati resi pubblici.

I rischi per la sua sicurezza

Secondo una fonte citata dal Daily Mail, un contatto con il quale avrebbe avuto contatti la testata in Sud Africa nel corso di questi anni, Pistorius ha deluso e inorridito l’opinione pubblica che un tempo lo aveva celebrato e potrebbe essere anche oggetto di possibili azioni.

“Non potrà mai andare da nessuna parte per il resto della sua vita senza guardarsi le spalle”, tanta è la repulsione per le sue azioni nella sua terra natale. La polizia di Johannesburg ha ricevuto informazioni che suggeriscono che le bande della città sarebbero pronte a intervenire per l’omicidio di Reeva, si legge sul Daily Mail.

La dichiarazione della famiglia Steenkamp

In una dichiarazione condivisa venerdì dall’avvocato della famiglia Steenkamp, ​​la madre di Reeva, June, ha detto: “Non potrà mai esserci giustizia se la persona amata non tornerà mai più, e nessuna quantità di tempo scontato riporterà Reeva indietro”.

“Noi che rimaniamo siamo quelli che scontano l’ergastolo”, ha detto June Steenkamp, ​​aggiungendo che il suo unico desiderio era poter vivere in pace. Ha scritto in precedenza di come il suo dolore sia stato aggravato dall’incessante controllo mediatico che ha accompagnato l’omicidio di sua figlia.

Secondo quanto riferito dai media, e riportato anche oggi dal Guardian, gli Steenkamp furono costretti a cambiare casa e furono quasi mandati sul lastrico a causa delle spese legali.

Gli episodi di violenza e minacce in carcere

Quanto avvenuto durante e dopo la sentenza che ha deciso per la sua libertà sotto sorveglianza è stato condito da episodi poco chiari, ma di eclatante risonanza: le presunte violenze, le minacce, le frequentazioni in carcere. E quelle immagini della sua camminata in tribunale, durante l’udienza, che furono pubblicate e ripubblicate.

Fonte: ANSA

Uno degli scatti della simulazione in udienza utile a ricostruire la dinamica dell’omicidio: Pistorius è senza protesi

Affetto da una malformazione genetica, entrambi gli arti gli furono amputati a meno di un anno di età: all’atletica arrivò dopo aver lasciato il rugby anche grazie all’ambiente della ricca comunità bianca a cui apparteneva e che lo aveva sostenuto. Nulla, in questo processo, è stato risparmiato alla famiglia di Reeva – alla ricerca di giustizia – e all’opinione pubblica. Nel bene e nel male.

La violenza di genere e la gestione della rabbia

Ma il rilascio anticipato di Pistorius ha messo in luce il problema più ampio della violenza di genere in Sud Africa – un’emergenza che stava a cuore alla stessa Reeva Steenkamp, ​attivista e modella – e che i suoi cari hanno fatto proprio impegnando le loro forze, quanto rimasto, per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto avvenuto e sulla prevenzione.

Bulelwa Adonis, portavoce del gruppo di difesa Women for Change, ha affermato che il rilascio anticipato di Pistorius ha inviato “il messaggio sbagliato” ai potenziali delinquenti.

Il processo per la morte di Reeva Steenkamp

Il processo iniziò nel 2014 e si concluse dopo circa un anno con una condanna in primo grado a 5 anni di carcere per omicidio colposo, nonostante l’accusa credesse alla tesi che voleva l’omicidio seguito a un litigio avvertito dai vicini. Poco dopo Pistorius venne trasferito ai domiciliari. Nel 2015 però il processo di appello convertì la condanna in omicidio volontario e la pena fu aumentata prima a 6 anni, poi nel 2017 a 13 anni e cinque mesi. La condanna venne poi confermata nel 2018 anche dalla Corte suprema sudafricana.

Nel corso del processo, l’ex campione paralimpico affermò di aver scambiato Reeva Steenkamp per un intruso, ma la prima sentenza venne rivista in appello e per il campione paralimpico incominciò la sua pena nel carcere di massima sicurezza Kgosi Mampuru a Pretoria, dove ha frequentato corsi di studio biblico ed è stato filmato mentre giocava a calcio con un altro noto prigioniero, il boss della criminalità organizzata Radovan Krejčíř.

Successivamente è stato trasferito al centro correzionale di Atteridgeville, riservato a detenuti non violenti che si ritiene sia più attrezzato per gestire un detenuto con disabilità sollevando non poche polemiche. Aveva la sua cella con bagno privato e accesso a un orto per coltivare il proprio cibo.

Nel cottage blindato dove si trasferirà da oggi, Pistorius vivrà un miglioramento significativo: il complesso residenziale in uno dei quartieri più esclusivi di Pretoria vanta una grande piscina, giardini paesaggistici e un campo da tennis. La dimora, già recintata con un sofisticato sistema elettrico, e sottoposta a ulteriore protezione, proprio in considerazione dell’arrivo di Pistorius è pronta ad accoglierlo e a proteggerlo dagli eventuali aggressori. Non contro i suoi demoni.

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