A poco più di 4 mesi dall’inizio delle Olimpiadi sono tante le questioni da affrontare. In primis, ovviamente, il tema Covid, con i vaccini distribuiti in ritardo. C’è chi sta pensando addirittura di chiedere la cancellazione o un altro rinvio dei giochi, come il governatore della prefettura di Shimane Tatsuya Maruyama. Salvo colpi di scena, l’Olimpiade di Tokyo però si disputerà regolarmente.
Nelle ultime ore, si è invece messo in primo piano il tema dei diritti civili nell’ambito olimpico: Sette componenti del Comitato Tokyo 2020 per i diritti umani, lavoro e partecipazione vorrebbero promuovere una legge anti-discriminazione a tutela della comunità LGBT+.
La direttrice di Human Rights Watch Giappone Kanae Doi è stata la portavoce dell’iniziativa: “Il governo giapponese deve promulgare una legge contro le discriminazioni, in conformità alla Carta olimpica che le vieta sotto qualsiasi forma, comprese quelle che riguardano l’orientamento sessuale e l’identità di genere. La nuova presidente del Comitato organizzatore deve farsi promotrice di questo provvedimento prima che inizino i Giochi, in modo da allineare le leggi giapponesi agli standard internazionali”.
In Giappone non esiste alcuna legge anti discriminazione così come in Italia, che potrebbe trovarsi a ricevere lo stesso tipo di sollecitazioni in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. In passato non sono mancati episodi di discriminazione, anche in un evento simbolo di unione mondiale come le Olimpiadi, facendo passare in secondo piano traguardi sportivi che hanno fatto la storia. Esempi indimenticabili sono i giochi del 1936 in Germania, dove le 4 medaglie d’oro di Jesse Owens nell’atletica leggera (salto in lungo, 100, 200 metri e la staffetta 4×100) sono state oscurate dalla propaganda antisemita di Hitler.
O ancora in Germania, a Monaco nel 1972, quando il nuotatore americano Mark Spitz è riuscito nell’impresa di vincere 7 medaglie d’oro in un’unica competizione (risultato superato solo da Michael Phelps, con otto medaglie d’oro alle Olimpiadi del 2008 a Pechino), stabilendo nuovi record mondiali in tutte le sette gare. In quella edizione, l’evento mondiale è stato segnato dal massacro ideato dall’organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero, in cui hanno perso la vita 11 atleti israeliani, 5 terroristi e 1 poliziotto tedesco, dopo l’irruzione dei Fedayyin negli alloggi destinati agli atleti.
La richiesta di Kanae Doi merita la stessa importanza della lotta contro il Coronavirus. Per far ripartire lo sport, Tokyo avrà bisogno del palcoscenico migliore, in un’Olimpiade che non verrà mai dimenticata dopo le vicissitudini dell’ultimo anno.