L’Italia ha evitato in extremis la sospensione dal Comitato Olimpico Internazionale, con tutte le conseguenze del caso sulla partecipazione delle atlete e degli atleti azzurri alle Olimpiadi di Tokyo che, salvo un nuovo rinvio dovuto alla pandemia, dovrebbero svolgersi nella prossima estate tra il 23 luglio e l’8 agosto, con un anno esatto di ritardo.
Nella mattinata di martedì, infatti, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge sull’autonomia del Coni. Si tratta di un provvedimento indispensabile proprio per evitare le sanzioni minacciate dal Cio, il cui esecutivo si riunirà mercoledì 27 a Losanna con tra gli argomenti all’ordine del giorno proprio anche la questione relativa all’Italia.
L’Italia avrebbe rischiato un provvedimento per la violazione dell’articolo 27, al capitolo 4 della Carta Olimpica, come quello di essere ammessa ai Giochi senza bandiera e senza che venisse suonato l’inno nazionale.
Immediato il commento del presidente del Coni Giovanni Malagò: “La legge è ok, l’autonomia è salva”. Così il Ministro dello sport Vincenzo Spadafora: “Ora l’ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione, ma intanto la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell’indipendenza del Coni lasciato aperto dalla riforma del 2019”. Soddisfazione anche dal numero uno del Cio Thomas Bach: “Sono molto felice”.
Del resto quello che riguarda la conformità della legge di riforma dello sport italiano rispetto ai principi sanciti dalla Carta olimpica è un tema che si prolungava ancora senza una soluzione da due anni. La riforma dello sport era stata inserita nella Legge di Bilancio approvata addirittura negli ultimi giorni del 2018, entrando in vigore dal primo gennaio 2019.
I cinque decreti attuativi promossi dal ministro Spadafora non avevano risolto il problema che sta a cuore al Cio, riguardante i finanziamenti, con l’istituzione di nuova società, Sport e Salute, dipendente dal ministero dell’Economia, al posto della Coni Servizi (società del Coni). Un tema che si collega a quello della governance e dell’autonomia del Coni, visto che proprio l’istituzione di “Sport e Salute” ha ridotto l’autonomia operativa del Coni provocando l’opposizione del Cio.
Inevitabile la preoccupazione del presidente del Coni Giovanni Malagò, espressa a poche ore dalla decisiva riunione del Cio: “Il Coni non può dipendere da una società del governo. Credo che c’è la volontà di sistemare la situazione ma per colpa della politica questo discorso in 25 mesi non è stato risolto”. Adesso, giusto poche ore prima del gong, la svolta è arrivata.