Semifinale olimpica del volley femminile tra Italia e Turchia: in campo giovedì 8 agosto dalle 20. Le ragazzacce si sono prese pure il prime time. Si suggella sotto rete il patto d’acciaio tra Paola Egonu e Sara Fahr: mentre la Serbia non trova soluzioni incisive per consumare gli slanci delle satanasse del volley italiano, mentre la Turchia – spettatrice interessata – si mette il cuore in pace e realizza che il cammino olimpico vuole di nuovo Vargas e compagne di fronte all’incubo peggiore, mentre Julio Velasco assapora tutti i gusti possibili del dessert che da queste parti si chiama semifinale, Paoletta e Sara realizzano che il momento è adesso.
- Mano nella mano: diventa un patto
- Fahr si prende i suoi momenti
- Kate, un lusso e un peccato mortale
- Bosetti c'è, Sylla si ritrova alla fine
- Julio e la carezza a Egonu
- Le ragazze terribili mostrano le unghie
Mano nella mano: diventa un patto
Sotto rete: i corpi si lambiscono, la mano destra di Fahr si alza in simultanea con quella di Egonu e dieci dita diventano un paio di colori primari che si mescolano. Ne viene fuori un pugno solido, indivisibile: il patto d’acciaio tra la 18 e la 19 è un monito. Fino alla fine.
Paoletta non devasta: conserva un ritmo elevato per tutto il match e incide senza strafare. 19 punti, qualcuno arrivato anche in qualche momento decisivo ma per lo più distribuiti in maniera omogenea nei tre set. Non si muove in progressione: stavolta sceglie la continuità . L’istantanea che rimane impressa è quella di una promessa a due mani. L’altra è di Fahr.
Fahr si prende i suoi momenti
Sara: è stata anche la sua sera. Filtrano pure diversi errori e qualche imprecisione, per carità , ma se vai a scovare tra le ragazze terribili chi ha deciso le fasi topiche di una gara dominata, Fahr è in lista. Procede coi monster block, la fase d’attacco non sempre le gira giusta ma nel terzo set ha affinato anche quella.
Si prende quattro, cinque momenti che sono soprattutto suoi: a metà della seconda frazione, per esempio, con due infilate consecutive che ci fanno restare in gestione del parziale.
Kate, un lusso e un peccato mortale
L’altra che va nominata è Kate: Antropova sì, lei è decisiva nonostante siano solo scampoli di match. L’epilogo del primo set, il più complicato, lo scrive da sola: 5 punti a referto non restituiscono l’idea. La 21enne è imprescindibile anche solo così.
Un lusso? Sì, Kate è un lusso ma anche un peccato mortale: massimizza il minutaggio, dà valore al doppio cambio ma come fai a non pensare che quella panchina è una costrizione maledetta per quanto le sta strettissima?
Bosetti c’è, Sylla si ritrova alla fine
La migliore prova di Cate, Bosetti. Per sfatare la maledizione dei quarti di finale – fino a ieri massimo traguardo olimpico del volley femminile – serviva che desse diversi segnali. E li ha dati: la difesa è roba sua e lo fa capire abbastanza in fretta, giusto il tempo di essere certa che il ginocchio ora regge bene. Anna Danesi chiude la porta: non si passa e quando Boskovic prova a buttare giù o scassinare, lei comunque le sporca ogni pallone, lo rende più innocuo.
Alessia Orro e Myriam Sylla stanno un passo indietro: stavolta si accodano al resto della squadra ed escono alla grandissima da qualche momento di difficoltà reggendosi alle compagne.
La palleggiatrice viene fuori alla distanza, Myriam ha fatto più fatica ma quando s’è assestata bene il livello del gioco azzurro ha fatto un salto. Monica De Gennaro adesso s’abituerà : averlo di fianco e averlo contro è una dicotomia a cui lei e Daniele Santarelli stanno facendo il callo. Di nuovo il marito in semifinale ma non parla di lui, a fine gara si spende per Velasco:
Riesce a darci tranquillità , lucidità e aggressività nei momenti giusti.
Julio e la carezza a Egonu
Il Commissario tecnico: gli esce un sorriso. Ha parlato alle azzurre – parlato davvero, intendo dire: quando ce n’è stato bisogno – solo una volta, a metà del primo set per dire loro quanto fosse normale la tensione.
Da lì s’è messo tutto in discesa. La carezza a Egonu – un po’ papà e un po’ Ct ma più padre che allenatore, ovvero quel modo di fare il selezionatore che forse non s’impara solo sul parquet – è una coccola a tutto il gruppo.
Le ragazze terribili mostrano le unghie
Lo scatto finale. Italvolley compatta: tutte in posa dopo la Serbia ma il messaggio è duplice. Mostrano le unghie alla camera: c’è tanto del cammino fatto per essere a questo punto ma c’è pure un indice che punta sulle turche.
Il ruggito delle leonesse azzurre per dire che non basta ancora così. A parole l’ha spiegato bene Velasco:
Abbiamo due opportunità per andare a medaglia, a me però piacerebbe averne una sola.