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Osimhen racconta l'infortunio: "Mi era esplosa la faccia"

Osimhen racconta l'infortunio contro l'Inter: "Ho sentito subito che la faccia mi era esplosa, se vinco lo Scudetto invento la Victor-victory dance"

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Osimhen racconta l'infortunio: "Mi era esplosa la faccia" Fonte: Napoli.

Dopo un lungo stop il Napoli ha ritrovato Victor Osimhen, giocatore fondamentale per Spalletti che col suo numero 9 può continuare a sognare lo Scudetto.

Obiettivo questo che l’attaccante nigeriano, in una lunga intervista rilasciata a ‘La Repubblica’, spera di centrare e per cui sta preparando una celebrazione speciale. “Mi piacerebbe vincere a Napoli. Per la città sarebbe strepitoso. Non canto bene, ma giuro che se succede una certa cosa m’invento un nuovo ballo in campo. Una Victor-victory dance. Mi piacerebbe vincere insieme: Napoli, il Napoli e io. Condividere un viaggio. Ma per lo scudetto devo essere molto di più di un individual player. Allora sì che mi darebbe proprio soddisfazione e trovo che per la città sarebbe strepitoso. Il calcio di Serie A lo trovo competitivo, ogni domenica c’è una squadra che può sbatterti fuori”. 

Osimhen quindi ricorda il grave infortunio subito contro l’Inter che lo costringe ancora oggi a giocare con una speciale maschera protettiva. “Ho sentito subito che la faccia mi era esplosa. E appena mi sono toccato sulla guancia sinistra non avevo più sensibilità. Ho avuto problemi anche a dormire, se mi giravo sul quel lato, faceva male. Però ho recuperato le forze, trascinato dalla voglia di giocare e di migliorare proprio sui colpi di testa. Non sono tipo da frenare la mia esuberanza, mai fatto calcoli, anzi ho sempre cercato di rimettermi in piedi subito, senza piangermi addosso. Io salto, scarto, scatto. Non ho paura di farmi male, e se perdo mi arrabbio. Sono molto suscettibile su questo, non mi arrendo”.

Così come non si è arreso davanti alle difficoltà vissute durante la sua infanzia. “L’ho già detto mille volte. Lo sanno tutti che appena vedo bambini vendere acqua ai semafori non provo né antipatia né insofferenza. Non potrei. Ma basta raccontare i giocatori africani solo come vittime, come storie tristi. Siamo bravi calciatori, io voglio migliorarmi, in attacco e difesa, imparare ad aiutare la squadra in ogni parte del campo. Sono stato un bambino povero? Sì, ma ora sono qualcosa di più. Altrimenti mi inchiodate a un passato che non rinnego, ma che non tiene conto di come sono andato avanti”.

Infine l’attaccante del Napoli rivela le sue preferenze tra gli avversari.“Il difensore più ostico? Romero, ora al Tottenham. Ogni volta che mi ha marcato è stato più veloce di me, abile anche nell’anticiparmi. E Koulibaly in allenamento, che non mi fa mai segnare. Attaccante italiano preferito? mmobile. Lo trovo straordinario. E lo ammiro. Sbuca sempre tra le difese, non si sa come ha il pallone tra i piedi, è sempre lì al momento giusto, magari non lo vedi, eppure eccolo improvvisamente tirare in porta. Fa sembrare tutto facile, soprattutto il gol. Un vero pirata”.

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