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Parigi 2024, bufera su Raygun: la breakdancer vittima dell'odio online. Titmus la difende e rivela sul villaggio olimpico

Nonostante le Olimpiadi di Parigi 2024 sia finite, tiene banco il caso Raygun, la breakdancer australiana che ha fatto discutere per il suo stile e le sue mosse. Attirando però l'odio online. La nuotatrice Ariane Titmus la difende, ma ha parlato anche del villaggio olimpico

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono finite da circa una settimana e ci apprestiamo a vivere lo spin-off delle attese Paralimpiadi, ma intanto l’edizione in terra francese dei Giochi estivi continua ad alimentare discussioni e polemiche. La maggior parte delle quali strumentali e puerili, e nel calderone ci è finita pure Raygun. Al secolo Rachel Gunn, la B-Girl australiana impegnata nella prima (e per il momento unica) volta della breakdance – o breaking – alle Olimpiadi è sotto assedio da giorni per la sua performance diventata virale. Ricevendo però l’affetto e la solidarietà degli altri atleti suoi connazionali.

La performance virale di Raygun a Parigi 2024

Era il 9 agosto quando nel programma dei Giochi ha debuttato il breaking, una delle nuove discipline inserite anche per guadagnare l’interesse del pubblico più giovane. Disciplina che però non tornerà nelle prossime edizioni, né a Los Angeles 2028 né a Brisbane 2032, a differenza di altre come lo skate e il surf diventate per fortuna presenza fissa delle Olimpiadi. Dicevamo comunque del 9 agosto, giornata in cui si è consumato il primo torneo di breakdance (aperto da Snoop Dogg) con la gara femminile. A vincere l’oro la giapponese Ami, e in gara c’era pure la nostra Antilai Anti Sandrini, purtroppo non approdata alle fasi finali.

In competizione anche Raygun, che ha dato prova di uno stile di breaking alquanto singolare. Più che vedere spettacolari Toprock o Power Moves, abbiamo assistito a goffi Footwork, fasi a terra che richiamavano l’esultanza della pesca dei salmoni della squadra islandese dello Stjarnan diventata virale, e allucinanti passi del canguro (sic). Qualcosa che oggi verrebbe definito cringe, ma comunque onore alla simpatica Gunn che forse non ha valorizzato più di tanto lo spirito olimpico ma ha avuto un coraggio e un’autoironia esemplari.

Raygun travolta da prese in giro e critiche: c’è pure una petizione contro di lei

La nostra però è tornata a casa con le ossa un po’ rotte. Non tanto per i punteggi impietosi dei giudici, ma per il fatto che la 36enne (una veterana in una disciplina come il breaking), da un decennio impegnata con questo stile di ballo e movimenti, è diventata l’inevitabile bersaglio di meme, critiche, prese in giro (come quella di Jimmy Fallon) e persino indignazione. La ragazza, in realtà, sapeva di non poter competere con certi mostri sacri, perciò come da lei ammesso nelle interviste successive aveva deciso di giocarsi la carta della creatività (che tra l’altro è uno dei parametri giudicati nella breaking secondo il metodo Trivium).

Ma in pochi hanno colto il suo spirito. Come riporta FanPage, è stata pure indetta una petizione online da sottoporre al Comitato Olimpico Australiano e persino al primo ministro Albanese, in cui si accusa Raygun e la capodelegazione Anna Meares di aver compiuto magheggi in modo tale che Gunn venisse preferita ad altre breaker. Il Comitato Olimpico dell’Australia ha rigettato le accuse di condotte non etiche da parte dell’atleta, chiedendo inoltre il ritiro immediato della petizione ritenuta “intimidatoria” e piena di “bugie ed odio”.

La difesa di Raygun e la solidarietà degli altri olimpionici australiani

La diretta interessata si è dovuta quindi difendere sui social, dove ha ringraziato chi l’ha sostenuta (ci arriveremo), affermando che il suo obiettivo era regalare “un po’ di gioia”. Oltre a dirsi esterrefatta da tanto odio: “È qualcosa di terribile: anche se mi sono divertita, ho preso tutto sul serio. Ho dato davvero il massimo“. E ha chiesto ai media di smettere di “molestare la mia famiglia, i miei amici e la comunità australiana di breakdance”.

Dicevamo del supporto ricevuto. Infatti altri olimpionici hanno espresso solidarietà nei confronti di Gunn, come l’oro della canoa Jess Fox, e l’altra campionessa di Parigi Ariane Titmus. La nuotatrice che ha conquistato due ori e due argenti nell’edizione di quest’anno si è detta “addolorata” per il trattamento che la B-Girl, molto amata nella spedizione australiana, ha subito.

Le parole di Ariane Titmus e la rivelazione sul villaggio olimpico

Titmus, come riporta il Daily Mail, ha quindi spiegato che tutti erano certi che lei sia andata alle Olimpiadi per dare il massimo: “È una di noi, è una compagna di squadra, fa parte della squadra olimpica australiana, quindi le siamo tutti vicini“, ha aggiunto, parlando inoltre dello show improvvisato che la stessa Raygun ha offerto la sera prima della cerimonia di chiusura, mentre gli atleti attendevano di entrare allo Stade de France. “Mentre aspettavamo, abbiamo fatto una specie di cerchio di breakdance e avevamo degli altoparlanti. Le ha ballato il canguro e tutti le si sono avvicinati cercando di farla ridere e di farla sentire amata. Quella sera era felice, penso che fosse una cosa positiva. Non riesco proprio a credere a tutto questo scalpore, è pazzesco”.

Sempre Titmus ha poi rilevato al programma The Project, come riporta Open, un altro aspetto che ha fatto discutere di Parigi 2024, ovvero il villaggio olimpico. Diversi atleti hanno parlato di condizioni complicate, tra mancanza di aria condizionata e cibo non all’altezza (come Thomas Ceccon e Gregorio Paltrinieri), anche se alcune critiche sembravano pretestuose. La nuotatrice però ha aggiunto altri elementi inquietanti.

A suo dire, la vita nel villaggio non è così “affascinante come si potrebbe immaginare”. Ha quindi spiegato che le lenzuola sono state cambiate solo nella prima notte in cui sono arrivati, “e quindi vivevamo nella sporcizia”. Inoltre Titmus ha rivelato che per avere la carta igienica lei e le sue colleghe hanno dovuto inventarsi di essere coinquiline: “Una volta che finiva la carta igienica te ne davano un rotolo per quattro giorni e per tutto l’appartamento”, ha quindi concluso.

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