Nessuno sapeva nulla, nessuno soprattutto sospettava nulla. Ad esempio che Jannik Sinner potesse davvero rinunciare ai giochi olimpici: la febbre di inizio settimana sembrava normale amministrazione, un fastidio comune a tanti altri fastidi, ma non tale da pregiudicarne la partecipazione al torneo parigino. Che invece s’è manifestata realmente nel pomeriggio di mercoledì con quelle poche righe (ma essenziali) con le quali Sinner ha informato il mondo intero del suo forfait. Solo che nessuno nelle stanze del CONI era stato avvisato, al punto che la vicenda (di per sé tristissima) s’è tinta subito di giallo.
Una comunicazione informale in simultanea
Nessuno nutre dubbi sulla necessità del tennista di fermarsi e rinunciare al torneo olimpico: la salute viene prima di tutto e una tonsillite, con pochi giorni di tempo per preparare i match, avrebbe certamente impedito al numero uno del mondo di presentarsi con tutti i crismi del caso.
Ma al quartier generale di Casa Italia, secondo alcune ricostruzioni avvenute nella tarda serata di ieri, la notizia della decisione di Sinner di non partecipare al torneo a cinque cerchi sarebbe stata comunicata praticamente nei medesimi istanti in cui il giocatore stava facendo uscire il comunicato via social. Insomma, nessun tipo di confronto, ma una comunicazione semplice e diretta a giochi fatti: benché la partenza ritardata avesse dato adito a qualche motivo di preoccupazione, nessuno nelle stanze del CONI avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi con una “bomba” di simile portata. E questo ha prodotto vivo stupore da parte dei dirigenti italiani, già presenti a Parigi per i preparativi della cerimonia inaugurale.
La FIT e l’impossibilità di convocare altri giocatori
Anche la Federazione Italiana Tennis è stata informata della decisione di Sinner di non prendere parte ai giochi a ridosso del comunicato apparso sui profili social del tennista. Non che Binaghi o chissà quale altro dirigente avrebbe potuto far nulla per modificare il corso della storia: la decisione di Jannik di fermarsi è stata presa dopo consulto medico, un po’ come sempre avviene nelle carriere degli atleti, e come era già capitato nei precedenti che hanno costretto Sinner a fermarsi per evitare di peggiorare situazioni che non promettevano nulla di buono (l’ultimo caso, la mancata partecipazione agli Internazionali d’Italia).
C’è chi ha avanzato dubbi sulla “correttezza” mostrata dallo staff di Jannik, ma la verità dei fatti è piuttosto sostanziale: il termine ultimo per modificare la composizione della squadra azzurra ai giochi olimpici scadeva il 19 luglio, e di conseguenza a quella data non c’erano avvisaglie di possibili malesseri in agguato. Pertanto Sinner e il CONI si sono ritrovati loro malgrado a dover fare i conti con uno scenario mutato ma ormai a giochi fatti, senza la possibilità di modificare nulla (sarebbe stato Cobolli l’eventuale sostituto, poiché si sarebbe proceduto tramite ranking: Berrettini, seppur in gran forma, non sarebbe stato comunque convocato).