Con la finale conquistata a Parigi-Bercy, Novak Djokovic si è assicurato per la settima volta il riconoscimento di essere il numero uno di fine anno: “È un grande traguardo, ne sono molto orgoglioso. Sono grato di essere ancora una volta il numero uno e di aver stabilito questo storico record superando il mio idolo d’infanzia, Pete Sampras. Essere l’atleta con più settimane da numero uno al mondo è probabilmente il traguardo più rilevante nel nostro sport, ma anche finire la stagione da numero uno richiede un impegno continuo per tutto l’anno e giocare il miglior tennis negli eventi più importanti. Ho giocato poco rispetto ai miei colleghi focalizzandomi sui tornei più importanti, e sarà così anche in futuro”.
Eppure il 20 volte vincitore di Slam non riesce ancora ad apprezzare al 100% i risultati raggiunti: “Dato che sono ancora in attività, è difficile comprendere la portata di questi risultati. Probabilmente quando mi ritirerò sarò in grado di rifletterci e apprezzarli di più. Al momento nella mia testa c’è la prossima sfida, il prossimo compito”.
In finale Djokovic sfiderà Daniil Medvedev, colui che ha infranto il sogno del Grande Slam agli US Open a settembre: “Nella nostra ultima sfida, lui ha giocato molto meglio di me, così come io ho giocato molto meglio di lui nella finale dell’Australian Open. Sono stati due match molto lineari. Spero di riuscire a ribaltare la situazione questa volta, imparando dall’esperienza di New York. Abbiamo giocato un set in allenamento molto combattuto 10 giorni prima di venire a Parigi. Sarà una grande sfida. Ho visto dal match con Zverev che Daniil sta giocando al suo meglio. Ho bisogno di giocare il mio miglior tennis per issare il trofeo. So quello che devo fare. Nulla è garantito al 100%, ma sono pronto per la battaglia“.