Lo chiamano “cimitero dei campioni” non a caso. Il campo numero 2 di Wimbledon è uno dei più temuti dai big. Oggi, col Centrale e col Numero 1, accade raramente che qualche top sia dirottato sul 2, il terzo campo per capienza dello Slam londinese (può contenere 4.000 spettatori). Ma Daniil Medvedev da qualche tempo ha perso lo status di fuoriclasse. Troppe sconfitte, troppe battute a vuoto. E così per l’incontro del primo turno dell’edizione 2025 contro Benjamin Bonzi, gli organizzatori l’hanno sistemato sul 2, nonostante le due semifinli di fila raggiunte nel 2023 e nel 2024. E lo Zar, forse ormai senza trono, ha perso. Ultima vittima del “cimitero dei campioni”.
- Wimbledon, il clamoroso crollo di Medvedev
- L'impresa di Bonzi: secondo successo contro un top ten
- La gioia del francese, il silenzio di Daniil: lo Zar senza trono
- Medvedev, a Wimbledon altra figuraccia dopo l'Australia e Parigi
Wimbledon, il clamoroso crollo di Medvedev
A dire il vero, il ko in quattro set rimediato per mano del francese, che ha i suoi stessi anni – 29 – ma che nella classifica ATP lo segue di 55 posizioni, non è destinato far troppo rumore. È da un po’ che Medvedev ha “abituato” purtroppo a fragorosi e imprevedibili crolli. Anche e soprattutto dopo aver fatto dei buoni tornei, come quello di Halle, dove si era spinto fino alla finale, battuto solo dal rullo compressore Bublik di questo periodo. Al match contro Bonzi s’è presentato un Daniil spento, opaco, a tratti addirittura abulico. Talmente munto e sfiduciato da non arrabbiarsi neanche più per l’andamento di una partita messasi in salita sin dai primi scambi.
L’impresa di Bonzi: secondo successo contro un top ten
Al francese, numero 64 del ranking ATP, sono occorse tre ore e sei minuti per aver ragione del russo e conquistare la seconda vittoria in carriera su un top ten. La prima in uno Slam, visto che la precedente era arrivata a novembre 2024 a Metz contro Casper Ruud, all’epoca numero 7. Oggi Medvedev occupa la nona casella della graduatoria, ma è destinato a sprofondare vista la precoce eliminazione. Arrivata al quarto set, dopo una partita vissuta costantemente all’inseguimento, in balia dei cambi di direzione e delle accelerazioni di Bonzi. Il francese semplicemente più famelico, più cattivo, più motivato.
La gioia del francese, il silenzio di Daniil: lo Zar senza trono
Forse se Medvedev fosse riuscito a portare a casa il primo set, le cose sarebbero cambiate. Ma il tie-break non ha avuto storia: 7-2 per Bonzi. Un fuoco di paglia la reazione di Daniil nel secondo: 3-6. Anche il terzo parziale s’è risolto al tie-break, dove il francese ha fatto nuovamente il vuoto (7-3). E il russo è crollato, subendo due break e cedendo di schianto al quarto (6-2). “Daniil è un grande giocatore, battere un top ten in un posto come questo per me è fantastico, è speciale”, le parole di Bonzi. “Sono riuscito a cogliere l’occasione di giocare il mio tennis su un campo perfetto come questo. Ho cercato di farlo muovere, di spostare la traiettoria. Lui serve benissimo: ho provato a fargli sorgere dei dubbi, ci sono riuscito”.
Medvedev, a Wimbledon altra figuraccia dopo l’Australia e Parigi
Più che dubbi, adesso Medvedev ha la certezza – disarmante – di essere diventato un giocatore “normale”. Ormai è da inizio anno che crolla sistematicamente nelle fasi iniziali degli Slam. Agli Australian Open dopo aver battuto a fatica lo sconosciuto thailandese Samrej, s’arrese al secondo turno a Tien. Al Roland Garros è uscito subito di scena contro Cameron Norrie, a Wimbledon ha lasciato spazio a Bonzi. Un triste sprofondare agli inferi per Daniil, che difficilmente di questo passo potrà centrare l’obiettivo delle ATP Finals di fine anno. Un Medvedev tanto compassato e mortificato da stupire. E capace quasi di suscitare tenerezza.