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Halle, Medvedev è risorto: batte Zverev al terzo e ritrova una finale 15 mesi dopo Indian Wells 2024

Sull'erba tedesca si assiste alla rinascita del giocatore russo, che spreca tre match point nel secondo set ma trova comunque il modo per battere Zverev, che perde una grossa opportunità

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Quindici mesi di attesa possono bastare: Daniil Medvedev è tornato a giocarsi una finale, e il fatto che a farne le spese sia stato Sascha Zverev nella “sua” Halle non sembra aver sorpreso quasi nessuno. Perché Medvedev è così: imprevedibile, discontinuo, divisivo, spesso però anche clamorosamente efficace. Come sull’erba tedesca, dove spreca tre match point nel dodicesimo gioco del secondo set per poi venire brutalizzato nel tiebreak, ma riprendendo il filo del discorso e chiudendo la pratica con tre quarti d’ora di ritardo. Per Zverev, un’altra incompiuta.

Zverev, un’altra incompiuta: Alcaraz e Sinner sempre più lontani

Se cercava un modo per avvicinarsi di nuovo ad Alcaraz e Sinner, il tedesco ha davvero fatto cilecca. E dire che a un certo punto le cose erano sembrate volgere dalla sua parte: la strenue difesa mandata alle stampe nel dodicesimo gioco del secondo set, quando s’è trovato costretto ad annullare tre palle match per poi sfruttare la prima a disposizione per mandare il parziale al tiebreak, avevano ricordato in una certa misura quanto fatto da Alcaraz contro Sinner al Roland Garros.

E il 7-1 col quale ha dominato il tiebreak, irretendo un Medvedev (al solito) piuttosto nervoso con se stesso e il resto del mondo, era sembrato un comodo lasciapassare per andare a ribaltare la contesa nel terzo set. Nulla di tutto ciò: il russo ha ripreso a tambureggiare, mettendo in mostra i colpi migliori del repertorio e trovando subito il break per mettere pressione al rivale.

Che poi non ha avuto altre chance per rimediare: al servizio Medvedev è stato semplicemente perfetto, e la prima finale dopo più di 15 mesi di attesa (l’ultima la giocò e la perse a Indian Wells contro Alcaraz nel marzo 2024) ha un che di speciale. E domani per lui sarà come un derby, sia se uscirà Khachanov, sia se a sfidarlo sarà Bublik, il giustiziere (nemmeno troppo mascherato) di Sinner.

Medvedev vuol rompere l’incantesimo (due anni dopo)

Medvedev non vince un torneo ATP da più di due anni, quando conquistò il Foro Italico battendo in finale Holger Rune. Il danese peraltro potrebbe entrare ancora nella storia, perché se domani Daniil dovesse conquistare il primo titolo da 25 mesi a questa parte lo scavalcherebbe alla numero 8 del ranking, dopo che grazie alla vittoria su Zverev ha ritrovato un posto in top 10 (male che vada lunedì sarà numero 9 al mondo).

Il tedesco completa una sorta di “filotto”: negli ultimi 4 tornei che ha disputato è uscito sempre in un turno diverso, ricordando gli ottavi di Amburgo, i quarti di Parigi, la semifinale di Halle e precedentemente la finale a Stoccarda, battuto da Fritz.

Stavolta è imploso sotto i 17 ace di Medvedev in una partita dove le percentuali si sono dimostrate molto simili tra loro, con entrambi che hanno trovato il 75% di punti con la prima e poco più del 50% con la seconda. Ma alla fine a ridere è stato Daniil, mai così vicino a spezzare l’incantesimo.

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