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Partite "fiume" agli Australian Open? La spiegazione di Djokovic

Al termine del match del primo turno vinto contro Carballes Baena il serbo si è lasciato andare ad una riflessione sui nuovi materiali: "Bisogna abituarsi, è colpa delle nuove palline più lente".

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Partite "fiume" agli Australian Open? La spiegazione di Djokovic Fonte: PAUL CROCK/AFP via Getty Images

Il ritorno “a casa” è sempre speciale, anche se con quella casa, per un anno circa, si è stati in pessimi rapporti. Dopo tante parole Novak Djokovic è tornato a disputare un match degli Australian Open, torneo vinto per nove volte in carriera.

Il “Vax-gate” del 2022 è ormai alle spalle, il serbo ha fatto pace con l’intera nazione e allora il morbido debutto contro lo spagnolo Roberto Carballes Baena, spazzato via in tre facili set, è stato solo il primo passo verso un cammino che si immagina molto lungo.

Al termine del match Djokovic non ha nascosto le emozioni provate, acuite dalla presenza dei genitori, assenti dall’Australia dal 2008, anno del primo trionfo di Nole a Melbourne: “Non potevo chiedere un inizio migliore, sia per come ho giocato, sia per il supporto del pubblico, sempre molto caloroso, in particolare la comunità serba in Australia. Avere la mia famiglia qui è speciale, i miei genitori mi hanno seguito ovunque, ma non venivano a vedermi dal vivo in Australia dal 2008. Ho e abbiamo ottimi ricordi, anche se ormai è passato tanto tempo. Speriamo di fare festa ancora, questo è il campo più speciale della mia vita. Oggi mi sono sentito davvero bene, la gamba è a posto e nel terzo set in particolare ho avvertito un’ottima condizione generale”.

Il tabellone almeno fino ai quarti non sembra proibitivo, ma il nuovo Djokovic in versione “zen” non si fida: “Decimo titolo, 22° Slam e numero uno del mondo? Questi sono solo numeri, la cosa importante è avvicinarsi all’equilibrio perfetto e farsi guidare dalle motivazioni. Sono stato fortunato finora a giocare per traguardi importanti, vedremo fin dove arriverò qui”.

Significativa la battuta finale sulla grande novità di quest’edizione, legata alle palline, che ha subito avuto conseguenze sulla durata dei match: “Quest’anno la palla è diversa. Più scambi si fanno più diventa lenta. Non è un caso che si sia già assistito a partite molto lunghe, penso che dipenda da questo e non dai campi, anche se quelli esterni sono più veloci. Immagino sarà così per tutto il torneo”.

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