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Pogacar tiene aperta una porta per il Giro e si lancia verso le classiche del Nord (ma senza la Roubaix)

Grazie a una volata ai limiti della perfezione, Mark Cavendish ha staccato Eddy Merckx nella classifica dei plurivincitori di tappa al Tour

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Una porticina, un po’ a sorpresa, Tadej Pogacar l’ha lasciata aperta. “Di sicuro non correrò Giro, Tour e Vuelta tutti assieme nello stesso anno, almeno non nel 2025. Ma a parte il Tour, devo ancora capire bene cosa fare. Siamo in 30 corridori all’UAE, non devo fare sempre tutto io… mi prendo un po’ di tempo e poi deciderò”. L’ha detto durante il media day del Team Emirates, lasciando intendere che alcune decisioni ancora debbano essere prese. Anche se ad oggi pensare di rivedere Pogacar sulle strade del Giro è un po’ un azzardo, anse se non più così pronunciato come poteva apparire fino a qualche giorno fa.

Le classiche del Nord (ma senza la Roubaix)

Di sicuro nel 2025 di Tadej ci saranno tante classiche. Ma non una in particolare: “La Roubaix rimane un obiettivo da centrare nel corso della carriera, ma non è ancora arrivato quel momento. Non posso dirlo con certezza, ma è assai probabile che non prenderò parte alla prossima Parigi-Roubaix, anche se rimane una delle corse più affascinanti che un corridore può correre nel corso della sua carriera. Va da sé che presenta un tipo di percorso che non si adatta perfettamente alle mie caratteristiche, per cui quando deciderò di affrontarla ci vorrà una preparazione specifica. E per ora credo che ci concentreremo su altre competizioni”.

Il programma della prima parte di stagione però è pressoché fatto: Pogacar esordirà all’UAE Tour a fine febbraio, poi dopo il passaggio alla Strade-Bianche e il tentativo di mettere le mani sulla Milano-Sanremo si trasferirà nel Nord, dove ha in programma l’E3 Haralbeke, la Gand-Wevelgem (al debutto assoluto), il Fiandre, l’Amstel Gold Race, la Freccia-Vallone e la Liegi. Dopodiché tutto dipenderà da cosa vorrà fare col Giro, cioè se provare a difendere il titolo conquistato nel 2024 o se puntare direttamente alla Vuelta nella parte finale dell’estate.

Gli obiettivi principali: “Tour e il bis mondiale”

Non dovesse tornare a correre in Italia, la gara di preparazione al Tour sarebbe certamente il Criterium del Delfinato, da preferire al Giro di Svizzera. Il Tour rimane chiaramente il mio obiettivo di riferimento, la sacra reliquia del ciclismo. Anche correre il mondiale in Ruanda però avrà un significato particolare: riuscissi a confermare le due vittorie ottenute in queste due competizioni nell’ultima stagione, certamente potrei dirmi già soddisfatto. Detto questo, so di aver corso una grande annata, forse la migliore del decennio, ma in me c’è sempre lo spazio per provare a migliorare quanto fatto”.

Il grande dilemma, insomma, riguarderà la presenza in uno dei due grandi giri che non siano il Tour. “Vediamo, ad oggi non devo ancora decidere, anche se ci stiamo già pensando assieme alla squadra. Le classiche le vorrei fare tutte, perché sono corse che mi piacciono tanto e che esaltano le mie caratteristiche. Tra Giro e Vuelta però è una dura scelta”.

Giro, tornano Mortirolo e Colle delle Finestre

Scegliere il Giro potrebbe però avere un vantaggio: è quasi certo che la corsa rosa sconfinerà in Slovenia, con Nova Gorica come possibile sede di arrivo di una tappa della seconda settimana, poco prima dei tapponi dolomitici. Dopo i problemi che hanno obbligato RCS a rimandare la presentazione di due mesi, a metà gennaio, il Giro 2025 dovrebbe partire da Tirana con una cronometro individuale, per poi risalire concedendosi anche una tappa piena di sterrati (la Gubbio-Siena, che vagamente ricorderà la Strade-Bianche).

Le montagne dovrebbero essere approcciate da Est, con le Dolomiti che precederanno le tappe alpine, dove dovrebbero rivedersi sia il Mortirolo che il Colle delle Finestre. Finale a Roma per le celebrazioni dell’anno giubilare: chissà se a Tadej tutto questo non possa far venir voglia di provarci ancora. Intanto però l’UAE Team Emirates ha confermato la presenza al Giro sia di Juan Ayuso che di Adam Yates, quest’ultimo già in top ten al Giro nel 2017. Lo faranno come gregari di lusso del fuoriclasse di Kopenda o come co-capitani con licenza di provare a vincere? Tra qualche settimana, l’ardua sentenza.

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