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Ciclismo Parigi-Roubaix, Mathieu van der Poel è di un altro pianeta: trionfa con 3' su Philipsen! Male gli italiani (e Viviani va ko.)

Assolo del fuoriclasse neerlandese che in una settimana vince Fiandre e Roubaix, sempre allo stesso modo, partendo in solitaria a 60 km dal traguardo

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Leggendario, inimitabile, monumentale. Trovatelo voi l’aggettivo giusto per mettere il punto esclamativo sull’ennesimo capolavoro di Mathieu van der Poel. Che conquista un’altra classica monumento (la sesta personale), e lo fa con l’ennesima dimostrazione di forza e superiorità che non ammette deroghe. Un anno dopo, a Roubaix è ancora una volta il fuoriclasse neerlandese ad alzare le braccia, e ancora una volta in solitaria. Ma stavolta il ritardo del secondo (sempre lo stesso: Jasper Philipsen) ammonta a poco meno di 3’, contro i 46 secondi dell’edizione 2023. Un dominio straripante, degno di un talento come (forse) non se ne vedevano da decenni.

Altro assolo di pura potenza (con 60 km da percorrere)

Scomodare Eddy Merckx non è un’eresia: gli manca ancora una Roubaix per raggiungere il Cannibale a quota tre successi, ma di questo passo viene da chiedersi chi potrà impedirglielo. Una settimana dopo aver messo le mani sul Fiandre, sempre con un assolo dei suoi, van der Poel dimostra di essere una spanna sopra tutti i suoi rivali. Attaccando quando all’arrivo mancavano 60 chilometri, sul tratto di pavé di Orchies, allungando con una progressione irresistibile in faccia ai suoi rivali. Che stavolta nemmeno hanno provato ad andare a riprenderlo, convinti che non ci sarebbe stata alcuna chance per riuscire a tenergli le ruote.

Da quel momento in poi, come già domenica scorsa, il capitano dell’Alpecin Deceuninck ha semplicemente corso una cronometro contro se stesso: ha visto lievitare il proprio vantaggio a un minuto nel giro di una manciata di chilometri, poi ad ogni settore in pavé è andato aumentando l’andatura, e di conseguenza anche i secondi tra sé e i rivali.

Alla fine, con 47,8 km/h di corsa, la Roubaix 2024 passerà alla storia come la più veloce di sempre, corsa sull’asciutto (ma in alcuni tratti iniziali di pavé c’era un po’ di fango, eredità della pioggia caduta nella notte). E molto del merito certamente è da attribuire a un MVDP che ha voluto la corsa dura e veloce sin dalle prime battute, come da tempo non si vedeva da queste parti.

La gara degli “umani”: Philipsen ancora secondo

Mads Pedersen è stato l’unico che ha tentato di abbozzare una risposta, ma una caduta a inizio corsa ha certamente reso meno efficace la pedalata del capitano della Lidl Trek. Che alla fine è rimasto nel gruppo degli inseguitori, regolato allo sprint come un anno fa da Philipsen, che era la seconda carta Alpecin (e comunque prima o poi questa corsa Philipsen la vincerà: tempo al tempo).

Pedersen ha chiuso terzo, Nils Politt ha ottenuto un buon quarto posto, con Stefan Kung quinto a una manciata di secondi. La temuta chicane all’ingresso della foresta di Arenberg s’è rivelata indolore: a parte un po’ di schermaglie in testa al gruppo per prendere la testa, nessun particolare intoppo (e tantomeno incidente) ha fatto capolino.

Alpecin Deceuninck, una primavera da sogno

Per l’Alpecin Deceuninck è l’ennesimo trionfo in una primavera magica: tutte e tre le monumento in banca (Philipsen ha vinto alla Sanremo), con la Liegi già messa nel mirino, lì dove tra un paio di settimane van der Poel potrebbe sfidare Pogacar in una sfida dai risvolti potenziali clamorosi.

MVDP che in una settimana ha vinto Fiandre e Roubaix in maglia iridata, come solo Rik Van Looy seppe fare quasi 50 anni fa.

E gli italiani? Dispersi, lontanissimi dalle posizioni che contano. Con Milan e Viviani ritirati dopo la caduta che ha coinvolto buona parte del gruppo a inizio tappa (soprattutto Viviani ha riportato diversi traumi, trasportato in ospedale), e con Bettiol, Ganna e Mozzato mai nel vivo della gara. Tre anni fa trionfò Colbrelli: chissà quanto dovrà passare prima di un’altra vittoria italiana…

La maxi caduta iniziale che ha coinvolto Viviani e Milan

Proprio la maxi caduta a 221 km dal traguardo ha condizionato le prime battute di corsa. Una caduta che ha visto coinvolti anche gli italiani Elia Viviani e Jonathan Milan, con Elia costretto al ritiro mentre Milan se l’è presa con la moto di un fotografo. Ad avere la peggio nella caduta è stato invece Laurenz Rex che ha riportato delle forti escoriazioni.

Viviani trasportato in ospedale: si teme per Parigi

Elia Viviani è stato tra i ciclisti che hanno riportato le conseguenze peggiori dalla caduta. L’azzurro si è ritirato immediatamente ed è stato poi trasportato nell’ospedale più vicino in ambulanza. Il corridore della Ineos Grenadiers era arrivato solo nella serata di ieri a Compiegne per la partenza della gara dopo aver trascorsi gli ultimi giorni in un velodromo in Svizzera.

La sua caduta ha lasciato tutti con il fiato sospeso. Il ciclista azzurro è infatti una delle grandi speranze italiane in vista delle prossime Olimpiadi di Parigi 2024. Non resta che attendere gli aggiornamenti che arriveranno dalla Francia per capire l’entità del suo infortunio e se questa caduta potrà avere un effetto anche sul resto della stagione di Elia, mettendo a rischio anche la partecipazione Olimpica.

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