Siamo il paese più invidiato dal ciclismo mondiale, e oggi ne abbiamo avuta un’ulteriore conferma: la Vuelta 2025 partirà dall’Italia, precisamente dal Piemonte, che dopo aver ospitato la partenza dell’ultimo Giro d’Italia e pure una tappa dello scorso Tour dimostra di essere una volta di più al centro del mondo del pedale. Tanto che l’organizzazione della corsa spagnola ha scelto Torino per tenere a battesimo la prossima edizione, che salvo sorprese potrà fregiarsi della presenza del dominatore dell’ultima annata ciclistica, quel Tadej Pogacar autore della doppietta Giro-Tour 26 anni dopo Marco Pantani.
- Piemonte pigliatutto: dopo Giro e Tour, ora la Vuelta
- La Vuelta viene nella "tana" del nemico...
- Italia, con la Vuelta c'è feeling (meno che nel 2024)
Piemonte pigliatutto: dopo Giro e Tour, ora la Vuelta
Pogacar sarà probabilmente la stella più lucente della corsa iberica, che in Italia completerà tre tappe più la partenza della quarta, che vedrà il via da Susa. Ad aprire il programma sarà la frazione che da Venaria Reale salperà alla volta di Novara dopo 183 chilometri, con la salita più rilevante che sarà il Passo Bienca-Tomalino.
Già la seconda tappa segnerà il primo arrivo in salita, che dopotutto è una caratteristica fondante della Vuelta stessa: da Alba a Limone Piemonte, per complessivi 157 chilometri, il traguardo sarà posto dopo un’ascesa finale che certamente invoglierà chi punta alla classifica generale a non restare troppo a guardare. La terza tappa coprirà invece 139 chilometri con partenza da San Maurizio Canavese e arrivo posto a Ceres, con la salita di Passo Issiglio come principale asperità di giornata.
Come detto poi la carovana rossa ripartirà da Susa per la quarta frazione, che dovrebbe sconfinare in territorio francese prima del trasferimento in territorio spagnolo (il programma completo verrà presentato il 19 dicembre).
La Vuelta viene nella “tana” del nemico…
Per l’Italia, già protagonista nell’ultimo anno con la Grand Depart del Tour de France, la vetrina sarà ancora una volta particolarmente ghiotta. Anche se magari qualcuno potrebbe storcere il naso, pensando che la Vuelta è diventata ormai una vera e propria antagonista del Giro nell’inseguimento dello status di secondo grande giro più importante dopo il Tour.
La corsa spagnola negli anni ha accresciuto il proprio fascino, favorita certo anche dalla collocazione dopo la corsa francese, che per molti significa usufruire di una sorta di “esame di riparazione stagionale” se qualcosa nei precedenti due GT non è andata a buon fine. E peraltro la vicinanza temporale col mondiale aiuta, tanto che nei prossimi anni si pensa di posticipare il via della Vuelta direttamente a settembre, anche per far fronte al caldo di fine estate che in Spagna non si fa mai desiderare troppo.
L’edizione 2025 dovrebbe comunque essere arricchita della presenza di Pogacar, per la prima volta impegnato sulle strade iberiche, anche se annunci ufficiali al riguardo non sono ancora arrivati (e occhio a Roglic ed Evenepoel).
Italia, con la Vuelta c’è feeling (meno che nel 2024)
Quanto al legame tra Vuelta e Italia, la corsa iberica ha visto trionfare per 6 volte corridori italiani: Angelo Conterno nel 1956, Felice Gimondi nel 1968, Giovanni Battaglin nel 1981, Marco Giovannetti nel 1990, e più di recente Vincenzo Nibali nel 2010 e Fabio Aru nel 2015 con la collocazione spostata dopo il Tour).
Dopo Spagna e Belgio, l’Italia è il paese che ha vinto più tappe alla Vuelta (187), l’ultima con Alberto Dainese nella terzultima tappa dell’edizione 2023, nobilitata anche dal successo nella cronometro di Valladolid di Filippo Ganna e dalla maglia rossa di leader indossata da Lorenzo Milesi e Andrea Piccolo nelle prime due tappe.
L’edizione passata non ha invece sorriso agli italiani, che sono rimasti completamente all’asciutto di traguardi parziali. Ma magari l’aria del Piemonte potrà far bene a qualche corridore tricolore, che approfittando della partenza vicino a casa potrebbe ingolosirsi e tentare di caratterizzare l’incipit della corsa iberica. Tanto poi, se ci sarà davvero Pogacar, far tornare i conti alla fine sarebbe un problema per chiunque.