Da una doppietta all’altra. Giro e Tour nello stesso anno era un inedito dai tempi di Pantani, e poco importa se Tour e Vuelta è un’accoppiata che s’è vista molto più di recente nel passato, con Chris Froome che nel 2017 è stato l’unico a centrarla da quando la corsa spagnola s’è spostata a fine agosto. Nessuno però più di Tadej Pogacar può realmente ambire a riscrivere nuovamente il libro dei record del ciclismo moderno, e il 2025 sembra essere l’anno perfetto per mettere a referto una nuova doppietta. Forse meno iconica rispetto a quella centrata nell’anno che sta per volgere al termine, ma sufficiente a stuzzicare l’appetito dello sloveno.
- Scelte differenti: prima volta alla Vuelta
- Autunno "freddo", ma a dicembre si torna a lavorare forte
- Il grande sogno 2025: "Il bis mondiale e le corse mai vinte"
Scelte differenti: prima volta alla Vuelta
Correre la Vuelta significa giocoforza rinunciare a difendere la maglia rosa conquistata nell’ultimo Giro d’Italia. Dubbi in verità ce n’erano pochi su quelle che sarebbero state le intenzioni di Pogacar: il Tour rimane il caposaldo, la stella polare attorno alla quale costruire tutto il programma di corse della stagione. La quarta maglia gialla in carriera è il vero grande obiettivo dell’annata, e il secondo è certamente legato al bis in maglia iridata da centrare nell’inedito campionato mondiale che l’UCI ha voluto portare in Africa, in Ruanda, su un percorso (se possibile) ancora più duro di quello ammirato due mesi fa a Zurigo.
Il terzo obiettivo però si tinge giocoforza di rosso: Tadej non ha mai preso parte alla Vuelta, ma l’idea è di correre in Spagna e provare a centrare una doppietta che lo proietterebbe di forza in una nuova dimensione. Perché a quel punto resterebbero da fare soltanto due cose: vincere Giro e Vuelta nello stesso anno (in realtà ci sono riusciti in tanti, ma ciò significherebbe rinunciare a correre il Tour) oppure puntare alla tripla corona nella stessa annata, un proposito che nella testa di Pogi s’è fatto già strada, anche se per ora ha preferito rinunciare alla tentazione anche per farsi “volere bene” dal gruppo (iconica la frase “se vinci troppo, poi diventi scomodo”).
Salvo sorprese, il 2025 di Pogacar verterà su determinati capisaldi: Milano-Sanremo, Liegi-Bastogne-Liegi, Tour, Vuelta, mondiale e Lombardia (dove insegue il poker di vittorie di fila). Ma in mezzo ci saranno altre gare “minori” per provare a rimpolpare ulteriormente il palmares.
Autunno “freddo”, ma a dicembre si torna a lavorare forte
Intanto lo sloveno domenica prossima sarà ospite di “Beking Monaco”, la manifestazione organizzata da Matteo Trentin, giunta alla quarta edizione. Si tratta di una sorta di tavola rotonda del ciclismo d’elite, con oltre 30 corridori tra maschi e femmine che nel principato proveranno a raccontare le loro emozioni, sfidandosi anche in un criterium dimostrativo.
Pogacar ha ammesso di essersi allenato poco nelle ultime settimane: “Faceva molto freddo, non avevo molta voglia di uscire e faticare. A metà dicembre raggiungerò i miei compagni in ritiro al caldo e comincerò a lavorare sul serio. Amo questo sport, amo la bicicletta e ho voglia di tornare a faticare, ma diciamo che avevo bisogno di ricaricare un po’ le batterie dopo una stagione sfiancante”.
Il grande sogno 2025: “Il bis mondiale e le corse mai vinte”
L’occhio sul 2025 gli è già caduto, con una predilezione per una determinata corsa: “Vincere due volte di seguito il mondiale non è cosa da tutti. Il percorso che troveremo in Ruanda è molto impegnativo e sarebbe bello riuscire a centrare il bis iridato. Poi però proverò a concentrarmi anche su corse che non ho mai vinto, giusto per ampliare un po’ i miei orizzonti”. Il riferimento appare piuttosto esplicito a Milano-Sanremo e Vuelta, due gare che in qualche modo Tadej sente di poter far sue, seppur ben diverse nella forma e nella sostanza.
Peccato, allora che al Giro non ci sarà alcun bis immediato: un “assist” per Roglic ed Evenepoel, ma anche per Vingegaard, che ha fatto capire di essere molto interessato a correre la corsa rosa. Che pure, presentandosi per ultima rispetto a Tour e Vuelta, rischia di perdere terreno prezioso e anche protagonisti di pura eccellenza.