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Primi ostacoli per il Nuovo San Siro, brusca frenata del Comune di Milano

Slitta a novembre la discussione in aula consiliare: entrambi i progetti in gara sforano i limiti di volumetrie previsti.

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Primi ostacoli per il Nuovo San Siro, brusca frenata del Comune di Milano Fonte: 123RF

Dopo la presentazione di giovedì al Politecnico dei progetti di Manica-Sportium e Populous per la costruzione del nuovo stadio di San Siro, arriva una prima brusca frenata da parte del Comune di Milano: secondo quanto riportato da “La Repubblica”, infatti, la massima assise comunale ha messo l’accento su un problema che già da ora pone in fase di stallo la costruzione del nuovo impianto. Le volumetrie di entrambi i progetti, infatti, superano la soglia di 0.35 prevista dal Piano di governo del territorio (Pgt), che sarà approvato proprio in consiglio comunale il prossimo 14 ottobre.

Un problema che rende già indispensabile una proroga della prima scadenza della certificazione di pubblico interesse del nuovo stadio, inizialmente prevista per il 10 ottobre. La nuova data, non ancora ufficiale, sarà fissata probabilmente un mese dopo, a novembre, e sarà confermata in seguito a tutte le valutazioni tecniche e burocratiche degli uffici e delle commissioni competenti coinvolte.

Non è un mistero, inoltre, che la questione legata all’abbattimento dell’impianto attuale e alla costruzione del nuovo stadio preoccupi la stessa maggioranza al Comune: “Nessuno mette in dubbio la necessità di riqualificare l’area e di mantenere nell’area la funzione stadio. Sul come però il dibattito è ancora aperto” ha dichiarato in merito Filippo Barberis, capogruppo del Partito Democratico, schieramento che sostiene il sindaco della città meneghina, Giuseppe Sala.

“Il progetto di ristrutturazione di San Siro presentato dalle squadre è sconveniente perché costoso e lungo – ha proseguito Barberis -, prevede la sospensione per quattro anni delle partite. Ma noi vogliamo capire perché è stata presa in considerazione questa ipotesi e non altre di cui si è parlato in passato, meno onerose e con tempi più ristretti: non deve esserci il dubbio che questa soluzione sia stata proposta solo perché, appunto, sconveniente e quindi funzionale all’abbattimento di San Siro”.

“Alla manifestazione dei Fridays for Future moltissime persone si sono avvicinate al sindaco Sala chiedendogli di non fare un secondo stadio – ha dichiarato Carlo Monguzzi, anch’egli in maggioranza -. A tutti ha risposto ‘Ci sto provando’. Bene: evitiamo speculazione edilizia, nuovo inutile commerciale, dispendio energetico, nuovo consumo di materiali e produzione abnorme di rifiuti”.

Resta quindi da vedere come si evolverà la vicenda: al momento non ci sono dichiarazioni da parte dei referenti dei due progetti che in Bovisa, in sede di presentazione, avevano invece manifestato ottimismo e assoluto entusiasmo.

SPORTAL.IT

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