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Qatar 2022, Cafu: "Il Brasile può vincere anche senza Neymar"

L'ex capitano: "Uno come Alexander-Arnold deve giocare. E' assurdo non ci sia ancora l'Italia: Infantino sta lavorando bene".

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Qatar 2022, Cafu: "Il Brasile può vincere anche senza Neymar" Fonte: Getty Images

Marcos Cafu chiede al Brasile l’ultima gioia del 2022 calcistico, dopo lo scudetto del Milan e la Conference League della Roma: “E’ il Brasile più forte delle ultime edizioni, siamo esperti e la rosa è ampia, è chiaro che Neymar ci mancherà, ma adesso lui non è la nostra unica risorsa. Senza di lui ognuno si deve prendere un pizzico di responsabilità maggiore, ma è a questo che serve il gruppo. Se fossi nello spogliatoio cosa direi? Che Il Brasile deve vincere, anche se manca il giocatore migliore”.

“Danilo non spinge come un Cafu, ma sa dare il giusto equilibrio, al suo posto presumo Tite inserisca chi si trova nella forma migliore tra Dani Alves e Militao: è un Brasile con molti italiani, in Serie A si impara molto a livello di tattica e di fase difensiva, questo è un aspetto fondamentale quando cerchi di competere in un Mondiale. Il gol di Richarlison non è stato una casualità: in allenamento fa cose splendide. Paquetà arrivò troppo giovane in rossonero, adesso sa come stare in campo e ha una maggiore personalità. Vinicius ha appreso da Ancelotti, che è bravissimo con i giovani, che si deve giocare per la squadra”.

“Il Mondiale è sempre una festa, da ragazzino andavo in giro con gli amici a guardare le partite. Sono affezionato al record delle tre finali consecutive giocate: ovviamente quella vinta da capitano è il ricordo migliore e quella contro la Francia, che giocò meglio, quello meno gradevole. Mi sorprende non giochi Alexander-Arnold, ha dribbling, qualità e scatto: è la solita storia, dicono che non difendi in maniera adeguata e stai fuori, ma allora non dovevamo scendere in campo né io, né Roberto Carlos. Il gioco dei terzini non è robotico, prendi, tocca, passa, corri: ci sono pochi uno-due, nessuno senza palla. Il calcio era più bello quando giocavo, perché c’era maggiore tecnica, adesso ci sono molto possesso palla e pochi tiri in porta, ma il Mondiale è un torneo appassionante perché ogni Nazionale gioca per un suo obiettivo. E’ incredibile che per la seconda volta di fila non ci sia l’Italia. Il presidente Infantino sta facendo un gran lavoro: prova a modernizzare il calcio inserendo nelle commissioni ex giocatori, nessuno ha mai ascoltato così chi ha giocato a pallone, è un appassionato vero”.

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