L’Italia porta a casa la vittoria ma di buono nel pomeriggio di Genova c’è solo il punteggio. La Georgia casa vistosamente nella ripresa permettendo agli azzurri di trovare due mete (una di punizione) che servono per ribaltare il risultato e per conquistare il successo ma la preoccupazione in chiave futura resta con la prestazione del XV di Quesada che non è stata assolutamente brillante.
Italia, primo tempo di sofferenza
Che quella del Ferraris non sarebbe stata partita facile lo si sapeva già dalla vigilia. La Georgia è una delle squadre emergenti nel mondo del rugby mondiale che sta portando avanti una grande crescita nell’ultimo periodo e rappresenta una formazione ostica per gli azzurri. Il primo tempo non è brillante, Garbisi prova a dare un paio di scosse alla squadra, i ragazzi di Quesada si avvicinano alla metà in un paio di occasioni ma rimane senza punti per i primi 20 minuto dopo qualche errore nel momento decisivo. A sbloccare il punteggio ci pensa Garbisi al 20’ con il calcio che vale il 3-0.
Ma solo un minuto dopo arriva la doccia fredda per l’Italia che si lascia sorprendere dalla prima vera azione della Georgia che trova il varco nella difesa azzurra con Tabutsadze che mette a segno la meta della Georgia (3-7). La replica dell’Italia potrebbe arrivare con un piazzato ma Gallagher non centra i pali. Tre punti che arrivano ancora dal piede di Paolo Garbisi (6-7). La difesa azzurra però continua a far fatica e la Georga trova con relativa facilità tre punti (6-10). Italia sempre più in crisi e al 36’ arriva anche la seconda meta della Georgia che vola con Lobzhanidze e allunga sul 6-17. Il primo tempo si complica ancora con l’infortunio di Lamaro e alla fine arrivano anche i fischi dagli spalti.
La reazione nel secondo tempo
Il secondo tempo non inizia molto meglio, l’Italia continua a muovere la palla prima di impantanarsi sulla soglia dei 20 metri avversari. La Georgia resta compatta e non concede nulla con gli azzurri che mostrano i primi segni di sfiducia. Garbisi e compagni prendono il controllo delle operazioni ma non riescono a sfondare. E sulle continua indiscipline avversari arriva una meta di punizione (13-17). Il cartellino giallo dà una mano all’Italia, Quesada prova a cambiare un po’ le carte inserendo un po’ di forze fresche a 20’ dalla fine. Le continue penalità inflitte alla Georgia alla fine permettono agli azzurri di andare a meta con Fusco e con la trasformazione anche il sorpasso sul punteggio di 20-17.
Gli azzurri sfiorano anche il colpo del ko con Ioani che non riesce a schiacciare il pallone per la seconda meta azzurra. Gallagher ha l’opportunità per aumentare il vantaggio ma arriva ancora un errore al piede a meno di 10’ dalla fine. L’Italia prova a tenere palla nel finale con la stanchezza che comincia a diventare un fattore importante per entrambe le squadre.
La frustrazione di Quesada
Una prestazione che di certo non regala grande serenità in casa azzurra. La Georgia, pur essendo una buona squadra, non dovrebbe creare tutti questi problemi agli azzurri. Sotto il punto di vista del gioco restano ancora tanti i difetti tra gli azzurri sia in attacco con una scarsa capacità di dare continuità all’azione, sia in difesa che ha messo in evidenza dei limiti in termine di attenzione e concentrazione che con squadre di altra levatura possono risultare fatali. Di certo non hanno aiutato gli infortuni con cui hanno dovuto fare i conti gli azzurri già decimati prima del match (con Capuozzo out) sia durante la partita con Lamaro che si è fermato nel primo set. E nel corso del match quando le telecamere hanno indugiato sul ct Quesada, non sono mancati i seni di insofferenza e di frustrazione per quello che stava avvenendo.