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Rugby Summer Series, Italia a valanga sulla Namibia: finisce 73-6. Ma Riccioni e Marin vanno ko.

Sarà un'Italia un po' inesperta quella che andrà in Africa a sfidare Namibia e Springboks (due volte) nel tour estivo: Quesada lancia nuovi prospetti

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Magari fossero tutto rose e fiori: gli infortuni di Riccioni e Marin rovinano una delle prestazioni più belle dell’Italia targata Gonzalo Quesada, dominante contro i volenterosi namibiani che alla prova dei fatti si dimostrano decisamente più soft di quanto temuto. Alla fine è festa azzurra, come evidenzia il 73-6 finale, ma appunto con due spine che in un modo o nell’altro rischiano di presentare il conto in vista dei prossimi due appuntamenti del tour estivo, che vedrà l’Italia sfidare i campioni del mondo del Sudafrica a casa loro nei due sabati alle porte (stesso orario, cioè 17,10: primo test match a Pretoria, secondo a Port Elizabeth).

Riccioni ko. (problema alle costole), ma è grande Italia

Quesada temeva molto l’imprevedibilità della formazione di casa, e anche le particolari condizioni atmosferiche, che dalle parti di Windhoek si identificano soprattutto con le tante raffiche di vento (il nome tradisce certe caratteristiche). L’Italia però è stata pressoché perfetta e capace di comandare le operazioni con grande caparbietà, mettendo in mostra una vitalità che da tempo non si vedeva.

Merito anche delle scelte un po’ ardite del CT, che lasciando a casa praticamente buona parte del XV titolare ha preferito osservare da vicino alcuni prospetti per poterli poi inserire gradualmente nel gruppo che andrà a giocarsi la Coppa del Mondo 2027 in Australia. Un’Italia un po’ “sperimentale”, ma sicuramente capace di assecondare le richieste dell’allenatore, al netto dell’imprevisto iniziale con il contatto che ha messo fuori gioco Riccioni, immobilizzato dallo staff medico (problema allo costole) mentre veniva trasportato fuori dal rettangolo di gioco (dentro Muhamed Hasa).

La sostituzione è avvenuta dopo la prima meta di giornata, assegnata dall’arbitro dopo che la Namibia ha tentato di far cadere fallosamente una maul. Un paio di punizioni consentono ai locali di riportarsi a contatto (Swanepoel non sbaglia dalla piazzola), ma dal 16’ in poi la partita prende la sua piega, con i namibiani incapaci di aggiornare il proprio tabellino, a differenza di un’Italia che dimostra di aver imparato certe lezioni.

Da Re incanta, Trulla finalizza che è un piacere

La prova degli azzurri guadagna consensi in relazione anche alla prestazione offerta dall’apertura Giacomo Da Rbe, che al 19’ invita a nozze Trulla sugli sviluppi di una touche. La terza meta la segna Marin, imbeccato da un ottimo spunto di Odogwu, la quarta la firma Gesi con un’azione fotocopia alla precedente.

In campo c’è solo l’Italia, con la Namibia che si affida a tanti lanci senza capo né coda nella metà campo azzurra, e prima del riposo c’è spazio per una giocata in gran bello stile di Menoncello e anche per la seconda meta personale di Trulla, quest’ultima “regalata” da un frettoloso rilancio della difesa africana (era il 42’: sarebbe bastato buttare fuori l’ovale per chiudere la frazione, e invece…).

Anche i cambi portano dividendi: è una vittoria “storica”

Nella ripresa c’è Varney al posto dell’infortunato Marin (problema alla caviglia), ma l’Italia la fa sempre da padrona e subito Fusco trova la settima meta del match dopo aver rotto un placcaggio e fintato mirabilmente uno scarico. L’unica sortita offensiva dei namibiani viene disinnescata con una bella difesa, poi nell’ultima mezzora è di nuovo un monologo a tinte azzurre, con Quesada che concede spazio a Zambonin, Di Bartolomeo, Bertaccini e Spagnolo.

Ed è proprio quest’ultimo a trovare l’ottava meta di giornata, sempre arrivata sugli sviluppi di una rimessa, mentre Varney s’inventa un auto-assist prendendo d’infilata tutta la difesa namibiana, ormai saltata oltre ogni ragionevole dubbio. Ad arrotondare il punteggio contribuiscono la terza meta personale di Trulla e quella tecnica assegnata in pieno recupero dopo l’ennesimo grande lavoro della mischia.

Il 73-6 finale diventa così il punteggio col maggiore scarto mai fatto registrare dalla nazionale italiana in una partita giocata in trasferta. Tra 8 giorni col Sudafrica sarà tutta un’altra storia, ma intanto il tour estivo che strizza l’occhio al futuro è cominciato come meglio non avrebbe potuto cominciare.

Quel segnale TV malandrino: un’odissea seguire il match…

Piccola nota a margine: seguire il match è stata un’impresa, complice i contini “salti” del collegamento TV internazionale. La produzione locale evidentemente ha avuto qualche buon problema di ritrasmissione: una volta tanto, nessun blackout in campo ma solo davanti al televisore.

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