C’è un tempo per le parole e c’è un tempo per i fatti che, in questa specifica circostanza, correggono le illazioni verbali e le allusioni scaturite dalla pubblicazione di un post sui social. Certo è che, visto e considerato che si tratta dei profili di un personaggio pubblico come la maratoneta Sara Dossena e che le accuse sono gravissime, perché toccano la sfera della salute, la replica si è rivelata necessaria.
″Sono un’atleta, più rispetto per chi soffre davvero di anoressia″, ha affermato la Dossena, dopo aver pubblicato sui social un selfie scattato in palestra che ha provocato commenti azzardati, in cui addirittura veniva etichettata come un esempio negativo.
“Lo so che sono magra, sono una maratoneta, non una quattrocentista: macino chilometri tutti i giorni e mangio sano. È il mio lavoro. Ma darmi dell’anoressica offende chi combatte con i fantasmi dei disturbi alimentari”, ha continuato la campionessa italiana nei 10mila in pista e su strada, triathleta, campionessa italiana di duathlon sprint e slassico, che ora ha registrato anche un risultato da maratoneta da 2 ore e 24 minuti netti.
In un’intervista rilasciata a Repubblica, Sara ha spiegato in maniera esaustiva la sua giornata da atleta e ha mostrato con eleganza e serenità che cosa si intenda per replica. Un concetto espresso su Facebook in un post: “Vorrei come atleta e donna essere da stimolo e ispirazione nel saper combattere per i propri sogni senza demordere mai. Vorrei essere un’immagine di sport pulito, di pazienza, lavoro e sacrificio quotidiano per poter realizzare le proprie ambizioni”.
“Sentirmi dire ‘anoressica mangia’, ‘sei un esempio negativo per i giovani che ti vedono così magra’ mi fa male al cuore. L’anoressia è una malattia seria, un discorso mentale complesso non riducibile al solo stato di magrezza. Darmi dell’anoressica è mancanza di rispetto per chi soffre di questa patologia e lotta quotidianamente per cercare di uscirne”, si legge nel post datato 24 aprile 2019.
“Cerchiamo di essere tutti più umani e sensibili, di ponderare le parole che per qualcuno possono essere vere e proprie pugnalate. Le critiche nei miei confronti sono ben accette purché siano costruttive sensate”, la chiosa dell’atleta contro i leoni da tastiera.
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