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Serie A, Marcello Lippi: "Vi svelo i miei 3 eredi"

Il tecnico Campione del Mondo a Germania 2006 si è raccontato tra sogni mancati, opinioni e filosofie calcistiche, designando i migliori allenatori italiani al momento.

02-05-2021 13:06

Serie A, Marcello Lippi: "Vi svelo i miei 3 eredi" Fonte: Getty Images

Marcello Lippi può tranquillamente essere annoverato tra i tecnici italiani più vincenti e apprezzati di sempre. Allenatore sia di Inter che di Juventus (dove ha vinto tutto), è stato Campione del Mondo nel 2006 in Germania, successo che lo ha consacrato all’immortalità storica. Dopo la fine dell’esperienza in Cina ormai si sente appagato dalla propria carriera, ma parlare di calcio, comunque, non stanca mai.

Nel corso di un’intervista a La Verità, il tecnico di Viareggio racconta uno dei suoi desideri mai realizzati:

“A 73 anni compiuti lo scorso 12 aprile, oggi di andare sul campo a lavorare non avrei più voglia. Quello che dovevo fare l’ ho fatto. Fonseca come allenatore mi è piaciuto, credo abbia fatto del suo meglio e se andrà via potrà di dire di farlo con la coscienza a posto, avendo scontato diversi problemi e infortuni. Avrei voluto allenare la Roma. Del resto, mio nipote è nato a Roma, è romanista, e conserviamo ancora il gagliardetto che gli dedicarono quando è nato: “Ar maggico Lorenzo nato nel maggico 2001 l’ anno del maggico scudetto da ‘a maggica Roma”. Sì, mi sarebbe piaciuto allenarli, i giallorossi. Peccato”.

Un argomento che non può non essere toccato, ovviamente, è quello relativo alla Superlega, per il quale Lippi propone un tipo di ragionamento differente:

Superlega? Appena ho sentito la notizia ho avuto sommo fastidio. Poi, riflettendoci, ho messo a fuoco una circostanza: a parte due o tre, la maggioranza dei proprietari dei 12 club promotori, sono arabi russi, americani, cinesi, non consci di come viviamo carnalmente il calcio, quindi non potevano immaginare le barricate dei tifosi”.

In ultimo, Lippi svela chi, secondo lui, sono i suoi eredi in questo momento in Serie A:

“Innanzitutto Roberto De Zerbi del Sassuolo: inizialmente aveva atteggiamenti che non mi piacevano, adesso è cresciuto e maturato, anche perché quando una squadra gioca bene indipendentemente dalle singole individualità che schieri, vuol dire che la mano dell’ allenatore ha il suo peso e fa la differenza. Ivan Juric, che è una conferma. E poi Vincenzo Italiano, dello Spezia, squadra arrivata dalla B che ha portato a casa risultati importanti con un bel gioco propositivo, sempre in avanti”.

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