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Sinner visto da Panatta e Bertolucci: “La perfezione può annoiare. Noi in confronto siamo come il diavolo”

Ospiti di Splendida Cornice, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci hanno raccontato alcuni simpatici aneddoti sulla loro carriera e amicizia e parlato anche del fenomeno azzurro della racchetta, Jannik Sinner

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Colleghi, compagni di squadra, moschettieri e amici, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci sono stati ospiti su Rai 3 del programma condotto da Geppi Cucciari, “Splendida Cornice”, durante il quale i due componenti della prima squadra azzurra di Davis ad alzare l’insalatiera nel 1976 hanno raccontato la loro amicizia, parlato del loro modo di intendere il tennis e, ovviamente, di Jannik Sinner, che giorno dopo giorno sta riscrivendo pagine importanti per la storia del tennis italiano. Il tutto ovviamente a modo loro, con tanto di frecciatine, prese in giro e tanta sana ironia.

Panatta e Bertolucci raccontano la loro amicizia

Panatta e Bertolucci sono due degli esponenti di quella generazione d’oro del tennis italiano maschile che negli anni ’70 ottenne enormi successi sia a livello individuale che di squadra, su tutti il primo titolo dello slam in era Open vinto da Adriano al Roland Garros 1976 e la prima Coppa Davis conquistata in Cile lo stesso anno dai Quattro Moschettieri e nel corso di “Splendida Cornice” hanno ricordato le loro carriere e i loro successi, con Paolo che riferendosi all’amico dice: “Lui ha conquistato qualche titolo più di me, ma ha anche un anno in più, ha iniziato prima”. Immediata la risposta di Panatta: “Lui viene visto come un grande doppista, ma era molto forte anche in singolare, specialità in cui ha vinto alcuni tornei molto importanti, ma visto che era pigro e non aveva voglia di fare, di allenarsi, a un certo punto ha smesso di giocare”.

Bertolucci poi svela anche come si sono conosciuti: ”Sono 60 anni che lo sopporto, ci siamo incontrati la prima volta quando avevamo io 11 e lui 12 anni. Veniva dal Tennis Parioli, io da un paesino in Toscana, lui aveva già il ciuffo e barava: diceva che le palle uscite erano dentro e viceversa”.

L’aneddoto sul regalo di Nozze e il loro modo di vedere il tennis

Simpatico l’aneddoto raccontato da Panatta riguardo il regalo di nozze fatto all’amico: “L’ultimo regalo imbarazzante? Un cavallo, glielo diedi quando si sposò perché a sua moglie piacevano molto. La mia non fu generosità, glielo regalai perché tenere un cavallo è costoso”. A riguardo invece del loro modo di vedere il tennis, entrambi ormai sono commentatori televisivi molto apprezzati, Adriano ha invece detto: “Intendiamo il tennis allo stesso modo. Quando Paolo fa le telecronache lo ascolto ed esprime gli stessi concetti che dico a casa”.

Il commento su Sinner

I due poi hanno parlato, e scherzato, anche su Sinner. Questo l’originale pensiero di Panatta: “Lo stanno talmente santificando che tra un po’ ci sarà l’ascensione. È un ragazzo bravissimo, perbene, gentile, educato, non sbaglia una dichiarazione, gioca come un Dio, però ora basta: non è che ogni cosa che fa ce la devono far pesare. Lui è così come appare: sempre equilibrato nelle dichiarazioni, non spacca mai le racchette, è il figlio che tutti i genitori vorrebbero. La perfezione a volte può risultare noiosa. Io perfetto come lui? Per niente. In confronto a Sinner siamo come il diavolo e l’acqua santa”.

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