Arriva gennaio e l’Inter si squaglia. Un refrain che si ripete quasi annualmente, in apparenza senza spiegazioni. Che sia dopo una partenza sprint, se non da record, con sogno scudetto incorporato o, come successo in questa stagione, dopo un avvio di stagione sofferto cui era stato posto rimedio nei mesi autunnali, l’inizio dell’anno solare continua a vedere scendere in campo una squadra trasformata a livello di gioco, ma soprattutto di testa.
Il bottino di un punto in tre partite nelle prime gare del girone di ritorno è costato l’addio pressoché definitivo al secondo posto e il dovere di guardarsi le spalle per non perdere un posto nelle prime quattro. In mezzo ecco anche l’eliminazione dalla Coppa Italia, cui è seguito il clamoroso ko interno contro il Bologna, ravvivato sì a livello motivazionale dall’avvento in panchina di Sinisa Mihajlovic, ma pur sempre a secco di successi da fine settembre.
La colonna sonora dei fischi allora ha accompagnato incessante la squadra durante e soprattutto dopo la partita. Luciano Spalletti ha affrontato la situazione ai microfoni di ‘Sky Sport’, non lesinando critiche ai propri giocatori:” Siamo intimoriti, ci creiamo dei problemi facilmente anche quando non ci sono i presupposti. Mi hanno infastidito un paio di cose, ma ne parleremo lunedì. Se non si ha un carattere forte come la storia del club e lo stadio non si riesce a reagire. Pensavo fossero state trovate la base per costruirci sopra qualcosa, ma non è così”.
“Ci è mancato l’episodio per sbloccarla, purtroppo poi abbiamo provato a risolverla da soli forzando delle azioni. Lottiamo, ma si vede che gli altri lo fanno più e meglio di noi – ha aggiunto Spalletti, che ha poi minimizzato la contestazione e rimpallato le voci sul rischio esonero – La fiducia serve a chi si sente in bilico, a me non cambia nulla nell’economia del lavoro che vado ad affrontare. Quando si paga il biglietto, è giusto ritenere di meritare qualcosa di differente, specie se la squadra si chiama Inter. Non è la prima volta che li subisco in carriera”.
La posizione di Spalletti non sembra al momento in bilico, sebbene abbiano fatto discutere nei giorni scorsi la presenza a Milano di Antonio Conte, vicino alla sede del club. I tifosi però, scatenati sui social, sembrano non avere dubbi: Spalletti sarebbe il primo colpevole, in particolare per la mossa finale di Ranocchia centravanti, anche se non mancano critiche alla società per la campagna acquisti, a partire dalla mancata conferma di Rafinha. Secondo il popolo nerazzurro Spalletti è da esonero: invocato il tecnico della Primavera Armando Madonna come traghettatore o l’ingaggio di Esteban Cambiasso.
SPORTAL.IT