Concetti chiari e tanta voglia di prendere per mano la sua nuova squadra: questa è in sintesi la presentazione alla stampa di Dejan Stankovic, chiamato a salvare i blucerchiati e a crescere come allenatore in quella Serie A di cui è stato protagonista con Lazio e Inter.
“Sono venuto in un grande club e i ragazzi sono pronti: insieme alla dirigenza e ai tifosi possiamo salvarci, ma occorre grandissimo impegno. Lottare per la salvezza non è un passo indietro, è un altro obiettivo e nel calcio e nella vita devi avere obiettivi. Le vittorie sono la penicillina: quando non ci sono risultati, crolli un po’ mentalmente e poi fisicamente. Dobbiamo arrivare alla pausa del campionato fuori dalla zona retrocessione: non abbiamo parlato di mercato, sono felice di quello che ho” spiega il serbo, prima di addentrarsi in questioni tattiche e comportamentali “Dobbiamo essere più vicini a Rincon: la qualità in campo mi piace, ma mi piace di più l’equilibrio; se devo prendere un rischio, lo prendo calcolato. Dobbiamo attaccare e difendere insieme, c’è da lavorare, ma i margini ci sono. Abbiamo tirato poco, dobbiamo essere ‘organizzati’ più alti e aggressivi: dobbiamo recuperare palla più vicino alla porta. Quagliarella è un leader, ci deve dare una mano: che giochi un minuto o l’intera gara, avrà lo stesso atteggiamento: i leader si vedono in campo e nello spogliatoio, non parlano tanto, ma si fanno sentire”.
Il debutto a Marassi sarà contro il suo ex allenatore Mourinho, con cui hanno firmato il Triplete: “Lo rispetto come persona e allenatore, mi ha insegnato tanto in campo e fuori. E’ una persona forte: in campo davo sempre il massimo, lui ha saputo toccare le corde giuste per farmi dare un briciolo in più. il mio punto di riferimento nella vita è Mihajlovic, una sorta di fratello maggiore che chiamo ‘papà’. Il suo modo di affrontare la vita mi ha insegnato tanto: gli voglio un mondo di bene e ci saranno partite che dedicherò a lui. Ritrovo un campionato diverso: senza capelli (ma non sono pelato!), con 15 chili in più, un po’ di barba grigia e gran voglia di imparare”.
La Sampdoria ha un certo seguito tra i tifosi serbi e Stankovic sarà il filo rosso tra la formazione genovese e la Stella Rossa: “Mi è spiaciuto non fare il raccattapalle nella loro sfida del 1991. Noi abbiamo seguito la Sampdoria perché c’era Boskov, poi Jugovic, Mihajlovic e Sakic. C’erano poi grandi giocatori come Mancini, Vialli, Vierchowod, Lombardo o Mannini. Ha perso la finale di Coppa dei Campioni per caso”.