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La storia di Stefano Salvatori, lo sfortunato "re" di Scozia

Non è un caso che la notizia della morte del centrocampista, 49 anni soltanto, sia stata divulgata inizialmente nel Paese britannico.

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La storia di Stefano Salvatori, lo sfortunato "re" di Scozia Fonte: ANSA

Non è un caso che la notizia della morte di Stefano Salvatori, 49 anni soltanto, sia stata divulgata inizialmente in Scozia. Lì il centrocampista è ricordato con grandissimo affetto dai tifosi degli Hearts of Midlothian, una delle più importanti squadre del Paese ma che – schiacciata dalla concorrenza di Celtic e Rangers Glasgow – ha vinto soltanto quattro volte lo ‘scudetto’, l’ultima delle quali nel lontanissimo 1960. Il nome del centrocampista romano è indissolubilmente legato a una delle otto Coppe di Scozia messe in bacheca dalla formazione granata, quella del 1998.

Stefano vestiva la maglia degli Hearts ormai da tre anni. Era arrivato lì, neanche trentenne, dopo essersi lasciato alle spalle le esperienze con la Virescit Boccaleone, la squadra del quartiere di Bergamo che nel 1988 sfiorò una clamorosa promozione in serie B, il Parma, la Fiorentina, il Milan, ancora la Fiorentina, la Spal e l’Atalanta.

Con i rossoneri, che lo avevano prelevato giovanissimo dalla Lodigiani, la squadra romana nella quale aveva tirato i primi calci che contano, e che lo riportò a Milanello nel 1989, giocò una decina di partite agli ordini di Arrigo Sacchi. Gare più che sufficienti per inserire il proprio nome tra quelli dei fuoriclasse grazie ai quali la formazione meneghina conquistò Coppa dei Campioni, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale.

Eppure, per certi versi, la Coppa di Scozia è quella che più ha dato soddisfazione a Stefano. Gli Hearts non la vincevano da 42 anni, lui giocò da titolare contro i Rangers, che in barba ai pronostici della vigilia uscirono sconfitti per 2-1, e nei quali militavano tre italiani: Sergio Porrini, Lorenzo Amoruso e il giovanissimo Gennaro Gattuso, al quale Salvatori somigliava per la grinta.  “In campo era un combattente, un Gattuso con forse un po’ meno qualità”: Stefano Carobbi, suo compagno di squadra alla Fiorentina e anche in rossonero, lo ha ricordato proprio così.

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