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Sui campi con il pancione: protesta e solidarietà per Lara Lugli

La pallavolista Lara Lugli ha denunciato che cosa le è accaduto perché incinta: la vicinanza dello sport, dei colleghi e dell'opinione pubblica

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La battaglia di Lara Lugli è la battaglia di tutti e tutte. E’ la battaglia che combattono sui campi di volley (ma non solo) gli atleti che non godono dei diritti fondamentali, perché dilettanti. Nella giornata dedicata al rituale della partita abbiamo visto sui campi una palla infilata sotto la maglietta, a simulare una gravidanza. Lo abbiamo visto sui campi di volley di Serie A2, femminili e maschili per solidarietà nei confronti della pallavolista del Volley Pordenone che ha denunciato il trattamento che le è stato riservato dopo aver comunicato di essere incinta.

Il volley si unisce per Lara Lugli

La scena del pancione si è vista a Rimini, per la finale Coppa Italia di A-2 femminile tra Macerata e Mondovì (hanno vinto le marchigiane per 3-0), e poi sui campi di Reggio Emilia, prima della sfida col Siena e a Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, dove era in programma la partita con l’Ortona, A-2 maschile. Un gesto ancora più forte, se possibile. E che testimonia quanto sia discriminatoria la considerazione per questi atleti e atlete del non essere considerati professionisti, una mancanza di riconoscimento per cui si batte da sempre anche la capitana della Nazionale e della Juventus Women, Sara Gama.

Al momento del saluto iniziale, atleti e atlete si sono schierati con il pallone sotto la maglia per protestare contro il trattamento subito dalla collega, come da lei stessa raccontato su Facebook e poi in diverse interviste, come nelle parole rilasciate al magazine DiLei.

Le parole di Lara Lugli sopo la protesta in campo

“Quello della maternità è un compromesso importante che le atlete devono accettare. Tutto il mondo al di fuori dell’Italia si è scandalizzato. Adesso dobbiamo fare qualcosa per cambiare. Serve un cambio di mentalità che va di pari passo con nuove leggi e nuove tutele, sono due cose imprescindibili”, le sue parole a «Radio Anch’io Sport», su Rai Radio 1.

“Quando ho cominciato questa battaglia pensavo rimanesse nell’ambito sportivo e non uscisse dai nostri cancelli. Quando ho visto il mio nome sul New York Times ho capito la portata della cosa e mi ha emozionato tantissimo”, ha aggiunto la pallavolista.

Il fenomeno su Instagram

A proposito della solidarietà espressa dai colleghi ha aggiunto che la sua storia personale “ha toccato tantissime persone perché non è un caso isolato che riguarda solo me ma tante donne che si sono sentite usurpate dei loro diritti più basilari”. Un sentire comune che ha smosso anche quanti non appartengono a questo mondo e su Instagram hanno deciso di aderire mostrando un pancione, come ha deciso di fare l’attore Alessio Boni, aderendo all’iniziativa promossa da Stefano Massini, per esprimere vicinanza a Lara e alla categoria.

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Sui campi con il pancione: protesta e solidarietà per Lara Lugli Fonte: Facebook

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