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Superlega di calcio: il progetto di Andrea Agnelli. Come funziona e quali squadre partecipano

Nonostante la strenua opposizione da parte della UEFA, il progetto Superlega sembra più vivo che mai e, anzi, in procinto di cominciare.

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Superlega di calcio: il progetto di Andrea Agnelli. Come funziona e quali squadre partecipano Fonte: Getty Images

Che l’universo calcistico europeo stia cercando di rivoluzionarsi internamente non è un mistero. Tra diritti tv sempre più “pesanti” nell’economia generale e una ricerca, a tratti ossessiva, della spettacolarità a tutti i costi, il mondo pallonaro del Vecchio Continente è in subbuglio e alla ricerca di un nuovo status quo. Un colpo senza dubbio importante all’ordine delle cose lo ha dato, o sta cercando di darlo, il progetto Superlega. Promosso inizialmente da svariati grossi club dei maggiori campionati europei, oggi vede come suo alfiere principale il trittico Juventus-Real Madrid-Barcellona, ufficialmente gli unici club rimasti degli originali “fondatori”. L’UEFA, come preventivabile, si è schierata sin da subito fortemente a sfavore del nuovo torneo, cercando di ostacolarlo in ogni modo tramite minacce più o meno credibili di sanzioni nei confronti delle squadre partecipanti e mobilitando anche le varie Leghe nazionali e addirittura dei governi. La Superlega di calcio, però, è tutt’altro che defunta e, anzi, sembra in procinto di aprire ufficialmente i battenti. Ripercorriamo assieme le tappe di questa storia e cerchiamo di capire cos’è e cosa resta del progetto originale e come si svilupperà da qui alla sua eventuale inaugurazione.

L’annuncio (forse affrettato) della Superlega

Tutto inizia Domenica 18 Aprile 2021, attorno alle 18.00. Nell’aria si percepisce chiaramente che qualcosa di grosso sta per accadere. La Superlega, progetto di cui si parla da anni ormai, sembra ormai in procinto di essere finalmente annunciato ufficialmente. Così l’UEFA, nella persona del suo presidente Aleksander Ceferin, decide di tutelarsi pubblicando un comunicato congiunto con le federazioni nazionali abbastanza chiaro: “Resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto”. Con esso, club e giocatori venivano avvisati che, se avessero aderito alla Superlega, sarebbero incorsi in sanzioni quali l’esclusione dai rispettivi campionati e dalle convocazioni delle nazionali.

Ciò, tuttavia, non ha fermato il progetto. Allo scoccare della mezzanotte del 19 aprile viene annunciata ufficialmente la nascita della nuova competizione, con tanto di sito web dedicato. A darne notizia sono i 12 club “fondatori”: Juventus, Barcellona, Real Madrid, Inter, Milan, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Tottenham, Atletico Madrid e Arsenal. Non presenti Bayern Monaco, Borussia Dortmund e PSG.

Contestualmente, Andrea Agnelli si dimette da presidente dell’ECA, l’Associazione formata dai maggiori club calcistici europei, per assumere le vesti di vicepresidente della Superlega e si esprime così a riguardo: “In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio”. JP Morgan, importante banca d’affari, conferma che garantirà finanziariamente per il progetto.

Sembra tutto magnifico ed esaltante ma, come dimostrato da ciò che sarebbe successo poi, probabilmente l’annuncio avrebbe necessitato di modi e tempistiche differenti.

L’iniziale struttura della Superlega di calcio

La natura del torneo è chiara: una competizione infrasettimanale, sovrapposta quindi alla Champions League, in cui i 12 club promotori avranno un posto garantito ogni anno. Ad essi andranno ad aggiungersi tramite invito e attraverso un sistema di merito sulla base del piazzamento nei rispettivi campionati.

L’idea degli organizzatori è arrivare a comporre un tabellone da 20 squadre diviso in due gruppi da 10 club, che si andranno ad affrontare in partite di andata e ritorno. Le prime quattro di ogni girone passeranno alla fase successiva ad eliminazione diretta. Questa formula garantirebbe un minimo di 18 partite per squadra, fino a un massimo di 23 in caso di accesso alla finale.

Superlega, la posizione della UEFA

La volontà dell’UEFA, già paventata dalla nota del 18 aprile, è chiara sin da subito: bloccare in ogni modo e attraverso ogni espediente la Superlega. Nelle ore immediatamente seguenti all’annuncio, arrivano anche le reazioni della stampa di settore: “La guerra dei ricchi”, tuona L’Équipe; “Superlega? Super No”, per la Gazzetta; “Guerra per la Superlega”, titola Mundo Deportivo; “Atto criminale contro i tifosi”, per il Mirror. Anche la politica, sia calcistica, sia tradizionale, si schiera a sfavore della nuova iniziativa: il direttivo de La Liga spagnola dichiara “competizione elitaria e secessionista”; Macron, Presidente della Repubblica francese, “sostiene la posizione dei club francesi, che si sono rifiutati di partecipare al progetto”; Boris Johnson, Primo Ministro britannico definisce la Superlega “molto dannosa per il calcio”.

Nella mattina del 19, l’esecutivo UEFA si riunisce a Montreaux per varare il nuovo format a 36 squadre della Champions League (per il 2024).

Superlega, cosa accadde il 19 aprile 2021

In questi due giorni si susseguono svariate dichiarazioni, quasi tutte contro la Superlega. Il primo ad aprire “le danze” è lo stesso Ceferin: “I calciatori che parteciperanno alla Superlega non giocheranno né il Mondiale né in Europa. È uno sputo in faccia a chi ama il calcio. La Champions League può andare avanti anche senza i 12”. A fargli eco, personalità di spicco del mondo politico calcistico e non, tra cui il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi: “Il governo sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport”.

Ciò che più di tutto fa “naufragare” in fretta il progetto Superlega è la veemente reazione dei tifosi, soprattutto quelli inglesi, che scendono letteralmente in piazza a protestare anche contro la propria squadra del cuore. Prima quelli del Tottenham, poi del Manchester City e, infine, del Chelsea. Ciò porta, unitamente a ulteriori dichiarazioni da parte di Boris Johnson in merito alla possibile esclusione dalla Premier League dei club inglesi coinvolti nella Superlega, a un comunicato ufficiale delle squadre britanniche: usciranno tutte con effetto immediato dal nuovo torneo. Nel frattempo, il PSG, nella figura del suo presidente, Nasser Al-Khelaifi, si schiera apertamente a favore dell’UEFA, tanto che Ceferin lo nomina nuovo presidente dell’ECA, in sostituzione di Andrea Agnelli.

Non tutti sono a sfavore, però. L’Amministratore Delegato del Milan, Ivan Gazidis, dichiara: “Superlega nuovo entusiasmante capitolo, siamo fiduciosi che questa nuova competizione catturerà l’immaginazione di miliardi di tifosi di tutto il mondo”.

Il tutto si conclude nella notte europea del 21 aprile con un comunicato ufficiale della Superlega, in cui viene annunciato un sostanziale rimodellamento del torneo, a partire dalla formula principale: qualificazione per merito sportivo e non più solo “a invito”.

La battaglia legale tra UEFA e Superlega

Ormai ridotto, ufficialmente, alle sole Barcellona, Juventus e Real Madrid, il progetto Superlega ha iniziato una lunghissima (e ancora non terminata, si parla di primavera 2023) battaglia legale per provare in tribunale il sistema di stampo monopolistico operato dall’UEFA. L’organizzazione ha trovato importanti pareri a favore soprattutto da parte del tribunale di Madrid, ma tutto si deciderà presso la Corte di Giustizia Europea. Nel frattempo, il torneo ha assunto un nuovo organizzatore, nonché un nuovo amministratore delegato: A22 Sports Management, società di sviluppo sportivo che ha preso in carico il progetto, ha infatti annunciato nell’ottobre 2022 la nomina di Bernd Reichart, ex RTL Deutschland, come nuovo AD. Uno dei primi appuntamenti del manager tedesco è stato, neanche a dirlo, proprio con Aleksander Ceferin. L’8 novembre, quello che doveva essere un dialogo privato, si è trasformato però in un incontro con tutti i vertici dell’ECA, compreso Al-Khelaifi. Clima disteso, sebbene nessuna delle parti in causa abbia ufficialmente mosso un passo oltre la propria posizione.

Superlega: chi guadagna, quanto conviene

Ciò che è passato in sordina, schiacciato dal peso mediatico di un torneo inizialmente descritto come chiuso, è il vero obiettivo del progetto Superlega. Come più volte ribadito dai diretti interessati, soprattutto Andrea Agnelli, l’intento principale della Superlega è quello di riportare nelle casse dei club una fetta maggiore degli introiti derivanti dalle competizioni internazionali. Introiti che, in larghissima parte, sono oggi diretti nelle mani dell’UEFA semplicemente in quanto organizzatore. Il calcio moderno, per via anche dell’ingresso di personalità decisamente munifiche come i proprietari di Manchester City e Paris Saint Germain, è diventa sempre più “affamato” di denaro, rendendo difficoltoso per i club tenere il passo e mantenere alta la competizione. A esso si aggiunge un pubblico sempre più voglioso di spettacolo. La Superlega, quindi, si pone come obiettivo primario di fornire ai club partecipanti introiti maggiori, in modo tale da poter operare con maggiore agilità sul mercato e quindi soddisfare le altissime richieste del pubblico.

In tal senso, ha dato un’idea sommaria di ciò che sarebbero gli eventuali introiti per i club partecipanti Joan Laporta, presidente del Barcellona. Il patron blaugrana, in un’intervista al portale Sport a metà novembre 2022 ha affermato: “La Super League punta a migliorare il calcio, a lottare per la sostenibilità del calcio, perché i club escano da un momento di forte difficoltà e possano essere sempre più competitivi e avere più risorse”. Più nello specifico ha aggiunto: “Per i club fondatori, c’è un bonus iniziale di 1.000 milioni di euro. A stagione potremmo ottenere circa 300 milioni. Inoltre, la chiave per la Super League è che i club avranno il controllo“. Nella parte finale dell’intervista ha anche dato una stima approssimativa di quando il progetto potrebbe finalmente vedere la luce, compatibilmente con la decisione della Corte di Giustizia Europea: “penso che tra un paio di stagioni potrebbe iniziare la competizione“.

Potrebbe non mancare molto, quindi, per vedere quello che, sulla carta, potrebbe essere il torneo calcistico più spettacolare al mondo.

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