Matteo Pietrosanti si stava allenando sul campo San Lorenzo a Priverno, poco distante da Latina, in un pomeriggio qualunque di un giorno qualsiasi per chi, come lui, aveva dedicato sacrifici e concentrazione all’obiettivo di diventare un professionista. A 15 anni è lecito sognare, allenarsi, lottare per un posto da titolare anche tra gli spazi di un appuntamento divenuto abitudine, con i compagni di gioco.
Ma nel pomeriggio di giovedì, mentre era in campo è accaduto l’irreparabile: ha avvertito un malore e a nulla sono valsi gli interventi per rianimarlo, dopo che si era chiarito che quanto stesse accadendo richiedeva un soccorso immediato. Una tragedia immane, avvenuta davanti ad amici e genitori presenti per accompagnare i ragazzi.
Malore in campo: Matteo, 15 anni, si accascia in campo
Come riporta Latina Oggi, qualcuno ha provato a rianimarlo praticando un massaggio cardiaco e la respirazione in attesa dell’arrivo dell’ambulanza del 118 contattata tempestivamente, ma nessuna di queste azioni ha riportato Matteo. Tutto è accaduto intorno alle 18,30 di ieri e la morte del giovane ha lasciato tutti increduli e sconvolti, i suoi compagni, gli allenatori, tutta la As Priverno e i genitori dei ragazzi presenti allo Stadio D’Annibale.
Intervento che è arrivato immediato e massiccio: sono accorsi i sanitari del 118 con un’auto medica, l’ambulanza e l’elicottero Pegaso. I sanitari hanno provato a rianimare in tutti i modi il ragazzo, mediante massaggio cardiaco, con l’impiego del defibrillatore e quanto altro possibile ma purtroppo per lui non c’è stato nulla da fare.
Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Priverno, coordinati dalla compagnia di Terracina, che hanno raccolto le prime testimonianze e ascoltato gli allenatori.
Morte giovane calciatore: aperta inchiesta
Sulla morte improvvisa di Matteo Pietrosanti è stata aperta un’inchiesta per comprenderne le cause: l’autorità giudiziaria affiderà l’incarico per eseguire l’autopsia che, forse, chiarirà le cause dell’improvviso arresto cardiaco che Matteo non è riuscito a superare. Da quanto si apprende il ragazzo non aveva patologie e non c’erano state avvisaglie che potessero far destare preoccupazioni sulle sue condizioni di salute.
Anche se, dalle prime ricostruzioni riportate, pare che improvvisamente Matteo avesse accusato stanchezza e avesse chiesto di spostarsi in porta per continuare a giocare.
Il quindicenne, che gli amici sui social erano solito chiamare Capoccione, viveva a Bassiano con la famiglia e proprio l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Guidi ha espresso profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia.
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