Tutto pronto, o quasi. Il sabato sera di Udine vedrà l’esordio dell’Italia di Roberto Mancini nel cammino di qualificazione verso gli Europei del 2020. E anche se qualche punto fermo non mancherà (a partire dallo schema tattico, il 4-3-3), i volti nuovi in maglia azzurra non saranno pochi.
Punti fermi del commissario tecnico saranno i due difensori centrali, due veterani: Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, il capitano della squadra dopo l’addio di Buffon. Alle loro spalle un’altro “giovane vecchio” come Gigio Donnarumma: il portiere del Milan, a vent’anni e un mese, vivrà la sua dodicesima partita con la maglia della Nazionale. La prima con in palio un grande obiettivo come Mondiale o Europeo.
A completare la difesa, però, due emergenti. Che forse i tifosi più disattenti conoscono meno: terzino destro sarà infatti Cristiano Piccini, alla terza presenza azzurra, che in serie A non gioca da cinque anni (nel 2014 era a Livorno), ma che nel frattempo è esploso in Spagna con le maglie di Betis prima e Valencia poi. Più noto il terzino sinistro, quel Cristiano Biraghi che ha sì giocato solo quattro volte con l’Italia, ma segnando sul campo della Polonia un gol fondamentale in Nations League.
A centrocampo l’esperienza sarà portata da Verratti e Jorginho, giunti da Londra (Chelsea) e Parigi (PSG) per fare da chioccia a una delle grandi speranze di Roberto Mancini, quel Nicolò Barella ormai alla quinta partita in azzurro e a 22 anni chiamato a dare quel pizzico di talento e imprevedibilità alla manovra azzurra. Aiutato magari da colui che nel tridente offensivo gli giocherà esattamente davanti: Federico Bernardeschi. Il talentuoso giocatore della Juventus a sua volta sembra quasi un veterano in questo giovane gruppo, ma ha appena 25 anni.
Il peso dell’attacco sarà sulle spalle di un altro totem della Nazionale come Ciro Immobile (alle cui spalle scalpita un giovane vecchietto come Fabio Quagliarella). Ma grande attesa e curiosità attira su di sé l’ultimo tassello del puzzle: Moise Kean. Primo classe 2000 della storia a vestire la maglia della Nazionale, è l’uomo nuovo della Juventus e anche nelle gerarchie di Mancini. Che a meno di un anno da un Mondiale saltato dall’Italia (il primo dopo 60 anni) ha un gran bisogno di nuove certezze.
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