Dopo l’intervista-scoop nella quale si era paragonato a Marco Pantani, rivelando di avere rischiato di fare la stessa, triste fine del Pirata durante gli anni dei ricoveri psichiatrici, Jan Ullrich è tornato a parlare a margine di un evento tenutosi a Maiorca.
Le parole del vincitore del Tour de France 1997 sono ancora all’insegna dell’autocritica e dell’ammissione dell’epoca buia attraversata dal ciclismo negli anni ’90:
“Il ciclismo ora è pulito e molto bello. La mia è stata un’epoca segnata dall’Epo e dal doping, ma anche dal punto di vista tecnico quella attuale è una generazione migliore della nostra, ci sono più corridori di talento, più attacchi da lontano e distacchi minimi tra i primi cinque della generale”.
Nonostante l’apprezzamento per i corridori di oggi, tuttavia, Ullrich ha però rivelato che il proprio eroe appartiene proprio ad un ciclismo d’annata…: “Ritengo che Miguel Indurain sia stato superiore a tutti, anche a Sagan, Valverde, Alaphilippe e Pogacar, che sono i miei preferiti di oggi insieme a Valverde. Alejandro è un eroe. Ha corso con me e può ancora vincere ovunque. È caduto alla Vuelta, si è fermato per l’operazione, è tornato e ha vinto, è speciale perché ama quello che fa”.